Importazione di mascherine dalla Cina, indagata Irene Pivetti

Irene Pivetti indagata per mascherine importate dalla Cina. L’ex presidente della Camera è indagata a Siracusa per le mascherine importate dalla Cina. L’indagine ha al centro la Only Logistics, la società di cui è amministratrice unica e rappresentante legale. L’accusa a carico di Pivetti è frode in commercio, perché ha importato mascherine modello Ffp2 “dotate di una falsa certificazione di conformità da parte della Icr Polska Co.Ltd”, e le ha poi vendute a distributori su tutto il territorio nazionale nonostante l’Inail, con un provvedimento del direttore centrale del 16 aprile, le avesse imposto il divieto di metterle sul mercato.

La guardia di finanza della città siciliana ha sequestrato novemila dispositivi di protezione individuale su gran parte del territorio nazionale, immesse in commercio in maniera illecita, e ha segnalato per frode, oltre alla Pivetti (la cui società ha importato le mascherine), anche il titolare della “Stt Group“, società di Lentini, nel Siracusano, che si era occupata della distribuzione nelle varie farmacie e parafarmacie del Paese.

Irene Pivetti: indagata per frode in commercio di mascherine

Le mascherine sarebbero pericolose per chi le indossa. Tant’è che Pivetti è indagata anche per l’illecito amministrativo per aver smerciato “dispositivi di protezione di terza categoria – si legge nel decreto di perquisizione – non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza”.

L’ex presidente della Camera, raggiunta dall’Adnkronos, commenta: “Io indagata? Abbiamo tutte le carte a posto. Cannoneggiano la mia azienda che è seria, è un’indecenza. Evidentemente qualcuno si era stancato di fare torte e si è inventato questa storia”.

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Nel decreto di perquisizione che ha portato al sequestro, si parla di mascherine “di terza categoria non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza”. Come sottolineato dalle Fiamme gialle, i dispositivi di protezione individuale erano accompagnati da una certificazione inattendibile di conformità alla normativa europea. “E’ emerso che il codice relativo al certificato è risultato estraneo all’ente certificatore e, quindi, falso” ha spiegato la Finanza

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