Discoteche, l’appello: “Riapriamo a luglio”. le nuove (possibili) regole per clienti e titolari

Quando riaprono le discoteche? Sono in molti a chiederselo, visto che il settore è in ginocchio. Il mondo della movida è fermo da due mesi. Discoteche, lounge bar, lidi all’aperto. Almeno cinquemila gli addetti coinvolti e un fatturato che da solo vale 4,5 miliardi annui di fatturato.

Discoteche, quando riaprono? ipotesi a luglio per i giovani

Dopo la chiusura scattata a fine febbraio, il settore del divertimento chiede al Governo risposte chiare e una data per la ripartenza.  «D’estate ci sono quasi esclusivamente discoteche all’aperto – dice Maurizio Pasca, presidente del Silb, l’associazione delle imprese che fanno intrattenimento da ballo e pubblico spettacolo e che ha circa 2500 aziende iscritte – Siamo pronti a riaprire al pubblico, rispettando il distanziamento sociale».

Le nuove (possibili) regole: si balla con la mascherina?

Le regole che propone Pasca per ripartire sono chiare: distanza tra le persone fino a un metro e mezzo, misurazione della temperatura all’ingresso e prenotazione. Il personale della sicurezza dovrebbe essere “addestrato” a garantire il rispetto dell norme anti-covid. Resta da capire come fare per i dispositivi di prevenzione. E’ inverosimile, infatti, immaginare ragazzi che indossino una mascherina sorseggiando un drink. Per questo si dovrebbe ricorrere a tavoli separati da barriere in plexiglass, accessi contingentati ai bagni e dispenser di gel igienizzanti agli ingressi.

Ma è plausibile che, con queste condizioni, una ripresa del settore a luglio, contagi permettendo, almeno in alcuni regioni.  «La situazione delle discoteche è drammatica – evidenzia Pasca a Il Mattino – Se dovessimo essere autorizzati a riaprire soltanto in autunno, il 20% dei locali non riaprirà mai più. Ma se, come ho letto, la riapertura dovesse slittare a marzo 2021, il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre».

Party abusivi nelle masserie

La chiusura dei locali ha alimentato e aliminterà il fenomeno dell’abusivismo. Party privati non autorizzati, con tanto di dj, riservati a poche decine di persone che possono sfruttare uno spazio all’aperto. C’è addirittura chi ha affittato delle masserie, lontano dal centro cittadino, per potersi divertire in maniera indisturbata. Tra marzo e aprile l’associazione, insieme anche alle associazioni di categoria dei Dj, Pasca ha scritto due lettere al presidente del consiglio, Conte.

«Abbiamo chiesto la soppressione di tasse e tributi per l’anno in corso – spiega Pasca – e un contributo a fondo perduto, parametrato sull’effettiva perdita di fatturato. Ma è anche importante ottenere una moratoria sugli affitti». Il Silb ricorda che le discoteche subiscono un carico fiscale importante: «Su ogni biglietto di ingresso bisogna pagare l’Iva, l’imposta di intrattenimento e la Siae: questo equivale quasi alla metà del costo del biglietto». «Siamo stati responsabili, chiudendo prima di tutti – dice il presidente del Silb – ma ora chiediamo al governo di sostenere un settore che dà lavoro e di cui, fino ad oggi, non si è parlato quasi per niente».

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