Al terzo giorno della Fase 2 le mascherine a 50 centesimi sono ancora introvabili. Le poche farmacie che le vendono lo stanno facendo sottoprezzo.
Mascherine a 50 cent introvabili
Un farmacista di Fuorigrotta racconta al Mattino di aver venduto 5mila mascherine chirurgiche a 50 centesimi, perdendo 60 centesimi su ogni pezzo.
Per non subire altre perdite economiche, e pur avendo finito le scorte, alcuni farmacisti, commercianti, supermercati, farmacie e parafarmacie hanno smesso di vendere quelle chirurgiche. Altri, invece, ci stanno rimettendo soldi ancora.
Leggi anche >> Arcuri: “Mascherine a 50 centesimi in 50mila punti vendita”, ecco da quando
Il caos
Ma come si è arrivati al caos mascherine? Per capirci qualcosa in più, bisogna tornare indietro nel tempo. E’ il 27 aprile, il commissario Arcuri e il presidente Conte lanciano su scala nazionale le mascherine ad un prezzo massimo di 50 centesimi, indicando 5 aziende per la fornitura a un prezzo di “38 centesimi al fornitore”. Le cose, però, vanno diversamente.
Accade, infatti, che nessuna delle cinque aziende indicate da Arcuri si dichiara disponibile alla fornitura. “La nostra produzione su tre turni è stata prenotata per le prossime 18 settimane da contratti con il governo attraverso il commissario straordinario per l’emergenza e dalle Regioni che ci chiedono di non far mancare mascherine al sistema ospedaliero. Saremmo molto interessati ed onorati di attivare un nuovo contratto di fornitura ma facendolo metteremmo a rischio le forniture sopra descritte, cosa che non possiamo né vogliamo fare”. E’ la risposta dei produttori della Medberg a Federfarma Napoli. C’è anche una seconda, documentata da Federfarma Napoli, che arriva dalla Marobe. L’azienda si è detta “impegnata con la piena capacità produttiva per far fronte all’accordo con la Protezione Civile”. Intanto, però, non mancano tentativi di speculazione sui dispositivi di sicurezza. Non sono pochi i casi in cui mascherine e gel disinfettanti sono stati venduti a prezzi esorbitanti.