Avellino, sanitario infetto da un altro Coronavirus ma resta in servizio: è giallo sul tampone

Avellino. È positivo al “Gene N” del coronavirus, ma l’azienda ospedaliera «Moscati» di Avellino non lo sospende dal servizio perché lo ritiene non infettivo.

Sanitario infetto da un altro Coronavirus resta in servizio

Protagonista di questa vicenda controversa è un sanitario del nosocomio del capoluogo irpino che, sottoposto al tampone faringeo, è risultato positivo al “Gene N” del coronavirus.

Ma cos’è il Gene N? Vediamo di capirci qualcosa. Si tratta di un marcatore molecolare, proprio come il gene E e il gene RdRP, tutti e tre costituiscono il cosiddetto codice genetico del virus. A marzo il “Gene N” era stato sequenziato da un gruppo di ricercatori sardi per individuare le particolarità del Coronavirus.

Ora, essere positivi al “Gene N” significa aver contratto un’infezione non specifica del Covid-19, ma assimilabile ad altre forme di questa ampia famiglia di virus.

Tampone positivo

Ritornando alla vicenda Luigi Atripaldi, direttore dell’Unità operativa di Microbiologia e Virologia dell’ospedale Cotugno di Napoli, spiega al Mattino che “l’operatore sanitario ha comunque contratto un’infezione da coronavirus”.

“E anche se non specifica per il Covid-19, stando alla circolare del Ministero della Salute, deve essere trattato come fosse positivo al nuovo coronavirus per una questione di sicurezza e massima precauzione dovute allo stato di emergenza sanitaria che stiamo attraversando”, chiarisce Atripaldi.

Infatti, il tampone del sanitario è tra gli 8 che il 21 aprile scorso, processati dal laboratorio di Microbiologia e Virologia del Moscati di Avellino, diedero tutti esito positivo.

Per il Moscati è negativo

La direzione strategica del Moscati, si legge sul Mattino, parla di un errore della macchina e annuncia pure l’acquisto di una nuova piattaforma. Il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Rosario Lanzetta ribadisce che i tamponi degli 8 dipendenti sono “risultati tutti negativi: il Gene N è un gene comune a molti coronavirus, circostanza che alimenta dubbi interpretativi. Per questo, abbiamo ritenuto di ripetere gli esami più volte. E dal Cotugno hanno poi accettato la nostra tesi”.

Versione, questa del direttore sanitario, che non trova riscontro in quella di Atripaldi: “A Napoli replica dunque Lanzetta – non hanno messo in discussione il risultato. Inoltre, dopo la controprova, abbiamo effettuato altri due tamponi ad Avellino che hanno dato entrambi esito negativo”.

Eppure resta la prima positività che secondo le indicazioni ministeriali andava trattata in altro modo. Il dipendente, però, non sarebbe mai stato sospeso dal lavoro esponendo al rischio contagio i colleghi e i degenti: “Abbiamo usato la massima cautela con questo come con ogni nostro dipendente. E vale la pena ricordare che stiamo parlando di soggetti sani e del tutto asintomatici, i quali non hanno mai avuto alcun problema di salute in questo periodo. E i due tamponi negativi, ripetuti nella nostra struttura e che per noi sono dirimenti, ci hanno permesso di mantenerli in servizio. Il fatto che fino a oggi non ci siano stati contagi tra il personale a contatto con questi soggetti ci dà ragione”.

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