Cassa integrazione. Cambiano le procedure, la promessa di Conte: “Arriverà in un mese

Cassa integrazione. Contingentare i tempi delle Regioni: 20 giorni. E quelli dell’Inps: 10 giorni. Tagliare alcuni passaggi burocratici: domanda comprensiva di tutti gli Iban dei lavoratori. Ecco le mosse del governo per accelerare l’erogazione della Cassa integrazione – soprattutto quella in deroga – ai lavoratori costretti allo stop per il Covid. “Semplificheremo la Cig nel prossimo decreto”, assicura il premier Giuseppe Conte.

L’annuncio dell’Inps

Nella seconda metà di maggio i soldi inizieranno ad arrivare. Ad oggi, le richieste di pagamento diretto già pervenute all’INPS tramite Modello SR41 (il modello che le imprese mandano con gli iban dei lavoratori e le ore effettive di cassa) sono circa un terzo del totale stimato: 281.457 per un totale di 1.011.683 beneficiari. In relazione a tali richieste INPS ha effettuato 162.500 pagamenti per 596.052 beneficiari.

Conte: “Ridurremo i tempi”

Lo stesso Conte ha voluto rassicurare lavoratori e sindacati: “Siamo al lavoro su un pacchetto di interventi coraggiosi, per ridurre i tempi di realizzazione delle opere pubbliche, soprattutto quelle infrastrutturali, e dare un taglio netto alla burocrazia”. Parole che però non sono bastate ai segretari di Cgil, Cisl e Uil che hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio: Riteniamo necessario intervenire per superare i ritardi che si stanno accumulando sia per l’erogazione dei trattamenti di cassa integrazione sia per l’erogazione degli anticipi da parte del sistema bancario sia per l’azione delle Regioni in riferimento alla cassa in deroga”.

Il nuovo meccanismo

Si interverrà sul timing, che diventa più serrato: il datore di lavoro «che non anticipa il trattamento» potrà fare richiesta all’Inps di pagamento diretto della prestazione, entro il 20 del mese successivo l’Inps autorizzerà la domanda, disponendo il pagamento entro la fine dello stesso mese. Uno degli intoppi – secondo quanto riferito dal presidente Inps, Pasquale Tridico – è che molte richieste riportano un codice Iban errato. L’Inps ha deciso che in questi casi farà un bonifico domiciliato alle Poste. Poi avviserà il lavoratore con un sms, il quale quindi potrà recarsi allo sportello e ritirare i soldi.

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