Decreto Rilancio, niente contributi a fondo perduto per chi ha ricevuto i 600 euro

Un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita Iva, con ricavi non superiori a 5 milioni di euro. E’ quanto prevede la bozza del dl Rilancio al capitolo dedicato alle impresa.

Tra i beneficiari dell’intervento anche gli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

Ad avere accesso al contributo, oltre al tetto di 5 mln di ricavi, anche quelle imprese il cui” fatturato e i corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.

Il contributo dunque, su queste basi, “è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019”.

Niente contributi per chi ha ricevuto i 600 euro

Il testo del provvedimento, però, esclude, infatti, tutti coloro che hanno beneficiato dell’indennità di 600,00€ riconosciuta ai lavoratori autonomi titolari di P.IVA nel mese di marzo (e che verrà erogata automaticamente anche ad aprile). I contributi a fondo perduto, quindi, non sono cumulabili con il bonus 600 euro.

Contributi a fondo perduto nel Decreto Rilancio

Una delle novità più attese previste dal Decreto Rilancio rischia anche di diventare la più dibattuta data l’esclusione dei percettori dell’indennità di 600 euro dalla platea dei beneficiari.

Nel dettaglio, la misura – così come presentata nella bozza del decreto – prevede un sostegno a fondo perduto in favore dei soggetti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di P.IVA, con ricavi non superiori a 5 milioni di euro. Quindi un prestito di denaro – legato esclusivamente al rilancio dell’impresa dopo la crisi causata dalle restrizioni adottate per l’emergenza sanitaria. Il prestito non prevede l’obbligo di restituzione né tantomeno interessi.

Contributi a fondo perduto: quanto spetta?

Per quantificare l’importo spettante tramite il contributo a fondo perduto è stato previsto un particolare sistema. Questo, infatti, è determinato applicando una “percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019”. La percentuale da applicare varia a seconda dei ricavi e compensi annui (relativi al periodo d’imposta 2019):

  • 25% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 100.000€;
  • 20% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 100.000€ e 400.000€;
  • 15% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 400.000€ e 5.000.000€.

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