Milano. La polizia scientifica sta effettuando rilievi all’interno dell’appartamento al piano di sotto rispetto a quello dove vive Silvia Romano, la cooperante milanese di 24 anni ritornata a casa dopo un anno e mezzo di prigionia in Africa.
Silvia Romano, bottiglia di vetro lanciata contro le finestre
Il vicino di casa che vive nell’abitazione al primo piano del palazzo di via Casoretto ha chiamato la polizia dopo aver trovato sul suo davanzale dei cocci di una bottiglia. Gli accertamenti sono in corso. Non si esclude nessuna ipotesi. Qualcuno potrebbe aver lanciato la bottiglia dal basso o anche da un piano superiore. Gli inquirenti stanno verificando eventuali collegamenti tra autori di messaggi d’odio e gruppi dell’estrema destra.
Dopo le minacce di morte via social e l’apertura di un fascicolo della procura di Milano, c’è nuovo episodio inquietante nei confronti di Silvia Romano. Ieri sera c’è stato un tentativo di intrufolarsi nel palazzo da parte di un uomo egiziano, che voleva dimostrare la propria solidarietà alla 24enne.
L’inchiesta sulle minacce
Contro la 25enne, già dal suo arrivo in Italia, è iniziata una campagna di odio legata anche al presunto pagamento di un riscatto da parte dello Stato.
L’ipotesi di reato, ancora contro ignoti, intorno alla quale si svolgono le indagini è quella di “minacce aggravate”. Al vaglio dei pm di Milano c’è anche un post di Vittorio Sgarbi, il quale ha scritto che la giovane “va arrestata” per “concorso esterno in associazione terroristica”. Del post ha parlato, da quanto si è saputo, la ragazza nel corso dell’ultimo interrogatorio.