Napoli, le mani della camorra sull’emergenza Coronavirus: 5 arresti

Napoli. Non solo era riuscito a fare affari dal 41 bis, ma ora il boss del clan Vinella-Grassi puntava ad investire sulle imprese di sanificazione.

Napoli, le mani della camorra sull’emergenza Coronavirus: 5 arresti

Per tale ragione, la Guardia di Finanza di Napoli ha arrestato cinque affiliati di spicco del clan Vinella-Grassi con l’ipotesi di reato di associazione di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Per altri due disposta l’obbligo di dimora.

Le indagini

I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Napoli, scaturiscono dalle indagini condotte dalla Dda su alcuni affiliati del clan camorristico “VINELLA-GRASSI”, storicamente attivo nell’area nord di Napoli, dapprima satellite del gruppo criminale dei DI LAURO, poi confluito nel cartello scissionista degli AMATO PAGANO, sino a diventare autonomo e potente clan dopo la sanguinosa faida del 2012-2013.

Secondo le indagini, il boss Antonio Mennetta, a capo del clan “VINELLA GRASSI”, sebbene sottoposto al 41 bis, è riuscito a mantenere il controllo dell’organizzazione e a investire i profitti in società operanti soprattutto (ma non solo) nel settore della vigilanza privata e in quello immobiliare.

Inoltre, dall’attività investigativa, è emerso che il boss puntava anche ai settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da COVID-19. Infatti, il clan era riuscito ad ottenere degli incarichi nel campo della sanificazione dei locali.

Il sequestro

I baschi verdi hanno, poi, sottoposto a sequestro preventivo beni per un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro, tra cui undici società, diversi immobili, svariati automezzi ed un’imbarcazione. Beni che, sulla base degli
elementi finora raccolti, risulterebbero direttamente o indirettamente collegati alle attività delittuose.

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