Gragnano. Aveva subito minacce di morte da uno dei due giovani sottoposti a fermo, Nicholas Di Martino, il giovane di 17 anni e mezzo accoltellato a morte la notte di lunedì scorso a Gragnano.
Nicholas era stato minacciato
Ieri mattina la svolta nelle indagini. Con l’esecuzione di due ordini di fermo a carico dei presunti assassini, finiscono in cella Ciro Di Lauro (21 anni), e Maurizio Apicella (20 anni, precedenti per furto, stupefacenti, lesioni e armi).
I due sono stati incastrati dalle immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza installate lungo il corso principale di Gragnano. Decisivo il riconoscimento effettuato da Langellotti, che non ha avuto dubbi a ricostruire ruoli e dinamica dell’aggressione.
L’aggressione
E’ ancora poco chiaro il movente dell’aggressione. Da rapporti pacifici intrattenuti dai tre ragazzi si passa improvvisamente ad una forte ostilità. A raccontare le preoccupazioni del giovane Nicholas è sua zia. “Da tempo mio nipote mi aveva confidato che si sentiva al centro di sguardi minacciosi da parte di Apicella e di un altro soggetto appartenente allo stesso gruppo”, dice la donna al Mattino.
Poi si arriva a domenica pomeriggio, quando Nicholas riceve “esplicite minacce di morte da parte di Apicella”. Ma cosa ha spinto Apicella a minacciare il 17enne? Secondo la zia, Nicholas avrebbe invaso arbitrariamente il territorio, dando non poco fastidio al 20enne: “Il comportamento dell’Apicella sarebbe conseguente ad una invasione territoriale da parte di mio nipote”.
Ma non è un caso che gli inquirenti fanno riferimento a una sorta di “sgarro” alla base dell’omicidio. Intanto, il commissariato di Castellammare di Stabia e la squadra mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini non escludono alcuna ipotesi.
Indagini sul clan Di Martino
Ora le indagini si concentrano sul clan di Leonardo Di Martino e sui suoi figli, a partire da Antonio, latitante dal dicembre del 2018. Nicholas non aveva precedenti penali, ma era nipote di Nicola Carfora ‘o fuoco, in passato legato al boss Mario Umberto Imparato. Carfora risultò essere uno dei protagonisti della cosiddetta strage delle Terme stabiane avvenuta il 21 aprile del 1989, nel corso della quale venne ucciso Vincenzo D’Alessandro, fratello del boss Michele, assieme ad alcuni uomini della sua scorta. Trent’anni dopo, il clan Di Martino torna al centro della cronaca per una questione di “sconfinamento”.