Campania, l’ordinanza anti-movida non ci salverà dagli assembramenti: i punti critici

Non è bastato chiudere i locali alle 23 per fermare la movida. E non basterà forse neanche la nuova ordinanza che vieta la vendita di alcolici da asporto dalle 22 in poi e il consumo di drink e birre nei luoghi pubblici.

De Luca, nuova ordinanza contro la movida: le regole

Il governatore campano ci aveva provato già con il provvedimento che imponeva la chiusura di bar e locali alle 23. In barba alle ordinanze, però, con le serrande delle vinerie abbassate, i giovani hanno invaso il lungomare di Napoli, le piazze della provincia, le stradine e i vicoli dei centri storici ben oltre la mezzanotte. Le immagini del traffico lungo via Mergellina e degli assembramenti dei ragazzi in mezza Campania hanno fatto il giro dei social.

Oggi De Luca ci riprova con un’altra ordinanza, che tiene aperti bar e vinerie fino all’una, ma che impone il divieto di vendita d’asporto di drink e alcolici dalle 22 in poi. Da quell’ora scatta la fase “proibizionista”: non si potrà consumare alcol in strada fino alle sei del mattino. Sarà consentito il consumo al bancone fino all’orario di chiusura dei locali. Un ennesimo tentativo di arginare il caos della fase 2 e mettere un “tappo” alla movida.

I rischi: assembramento a ridosso dei localini e difficoltà nei controlli

Basterà? Forse no. I punti critici dell’ordinanza sono tanti. Dopo l’una, quando le attività del divertimento chiuderanno i battenti, è probabile che anche questa volta i giovani bivaccheranno in massa lungo le strade del capoluogo e della provincia fino a notte fonda. Il divieto di vendita di alcolici d’asporto li spingerà ad acquistare le bevande al supermercato o prima dell’orario di divieto. Se poi dalle 22 sarà possibile consumare solo al bancone o ai tavoli, è immaginabile che si formino assembramenti a ridosso di bar e vinerie. Le difficoltà aumenteranno se il locale è piccolo, com’è di norma nella zona di via Chiaia o di piazza Bellini. In questo caso il singolo gestore dovrà farsi carico di scaglionare gli ingressi per contenere l’assalto dei clienti in uno spazio (interno ed esterno) di pochi metri quadri.

Resta infine il nodo dei controlli. Le forze dell’ordine sono insufficienti a coprire l’intero territorio regionale. Già nell’ultimo weekend abbiamo assistito alle difficoltà da parte di Polizia, Municipale e Carabinieri a far rispettare i divieti imposti dal Governo centrale e dalla Regione. Difficile immaginare che le poche volanti e pattuglie disponibili nel fine-settimana siano in grado di mettere a freno le torme di ragazzini scalmanati, o di assicurare che un amante della vita notturna non consumi un drink in strada o sul muretto del lungomare. Contenere una folla di decine di migliaia di persone che tra sabato e domenica si riversano in strada è impossibile. I divieti moltiplicano solo il rischio di favorire gli assembramenti o il consumo di alcol nei luoghi chiusi.

De Magistris controcorrente

Per questo il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, oggi ha annunciato una nuova ordinanza dal contenuto opposto a quella emanata da De Luca. Una guerra a colpi di provvedimenti che per molti nasconde soltanto la prosecuzione della propaganda elettorale con altri mezzi. ”Secondo alcuni presidenti di Regione e alcuni miei colleghi sindaci, limitare gli orari e chiudere locali, strade, piazze è il modo migliore di agire io invece – ha affermato ieri il primo cittadino di Napoli a La7 – credo che si debba fare il contrario e quindi aprire il maggior numero di spazi dalla periferia al centro, espandere gli orari e fare un patto di responsabilità tra istituzioni, operatori economici e cittadini con cui riprendere l’attività senza mettere in pericolo la salute”.

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