Napoli. Finiscono alla sbarra i presunti componenti della banda di 8 uomini accusati del colpo spettacolare alla filiale Unicredit di piazza Vittorio Emanuele, in pieno centro cittadino.
Un’azione paramilitare che fece scattare subito le indagini di poliziotti del commissariato normanno e carabinieri del Nucleo di Castello di Cisterna, culminate col blitz della scorso 4 febbraio. Sono residenti tra Casalnuovo, Pomigliano, Casoria, Caivano, San Marzano e Somma Vesuviana e accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapina aggravata, furto aggravato, ricettazione e riciclaggio di veicoli di provenienza furtiva, utilizzati nei diversi episodi criminali contestati.
Il colpo ad Afragola
Gli inquirenti erano sulle loro tracce già dopo un altro tentativo di furto commesso lo scorso 22 ottobre alla filiale Unicredit di Afragola. Quando un gruppo composto da 4 persone, dopo aver bloccato le strade di accesso alla banca con un autobus e un’autovettura, utilizzarono un autocarro munito di braccio-gru idraulico per abbattere la parete dell’istituto bancario ed impadronirsi della cassa di uno sportello bancomat. Furto non riuscito grazie all’intervento di una guardia giurata che allertò nell’occasione le forze dell’ordine e i malviventi scapparono.
Giudizio ad Aversa per la banda: i nomi
Ora il gip del tribunale di Napoli Nord di Aversa ha disposto il giudizio immediato per gli imputati. Si tratta di: Giuseppe Perna, 50 anni; Giuseppe La Barbera, 40 anni; Michele Gallinaro, 56 anni; Francesco Tondi, 46 anni, e il fratello Paolo Tondi, 45 anni (entrambi difesi dall’avvocato Luigi Poziello del foro di Napoli Nord); Alfredo Botta, 54 anni; Giovanni Borrelli, 43 anni e Gerardo Migliaro, 46 anni.
Alle prime luci dell’alba del 22 novembre scorso, i rapinatori bloccarono vari punti di Aversa con dei tir e altri automezzi messi di traverso lungo le strade adiacenti la banca. Con una gru montata su un autocarro, demolirono i vetri dell’istituto di credito dov’erano custodite le cassette di sicurezza e ne trafugarono 86. Dentro c’erano contanti, preziosi, lingotti d’oro, orologi Rolex, che secondo le denunce dei proprietari ammontano ad un valore di circa 500 mila euro, ma che secondo gli investigatori, invece, i beni trafugati ammonterebbero ad alcuni milioni di euro.
Le accuse
Dovranno rispondere anche del furto aggravato in danno di una filiale del Banco di Credito Popolare ubicata in Acerra, commesso lo scorso 19 settembre, nel corso del quale, facendo uso di un camion di grosse dimensioni munito di gru, veniva asportato lo sportello bancomat contenente circa 30.000 euro. Secondo quanto ricostruito degli inquirenti, erano dotati anche di un’auto con ponte-radio per comunicare tra di loro attraverso ricetrasmittenti.
La svolta arrivò da alcune telecamere poste per un’altra indagine: “si è scoperto – spiegò il procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco – che uno dei tir utilizzati dai malviventi per bloccare le zone adiacenti alla banca, rubato la sera prima, era scortato da una fiat Panda la cui targa, riconduceva allo stesso proprietario del tir che aveva denunciato il furto. Da qui siamo risaliti al gruppo operativo che ha effettuato il colpo”. Ora l’udienza è stata fissata il 14 luglio presso il tribunale di Napoli Nord ad Aversa.