Oms: “Raro che asintomatico trasmetta il virus”. Ma per gli esperti italiani non è così

“E’ molto raro che una persona asintomatica possa trasmettere il coronavirus”. Lo ha dichiarato la dottoressa Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti-Covid-19 dell’Oms durante il briefing di ieri dell’Agenzia dell’Onu secondo quanto riportato dalla Cnn.

Oms: “Raro che asintomatico trasmetta il virus”

La dottoressa ha spiegato che analizzando i dati di diversi Paesi che stanno seguendo “casi asintomatici” è emerso che questi non “hanno trasmesso il virus”.

Una delle ragioni della trasmissione del virus da parte degli asintomatici potrebbe essere che hanno sviluppato una forma molto leggera della malattia e quindi le eventuali goccioline prodotte da starnuti o tosse o semplicemente parlando non sono abbastanza infette. E’ comunque una domanda ancora aperta, ha sottolineato Van Kherkhove precisando che l’Oms “continua a raccogliere dati e ad analizzarli per rispondere davvero a questa domanda”.

Poi, oggi, l’ulteriore precisazione: “Ho ricevuto molti messaggi e richieste di chiarimenti dopo quanto affermato ieri in conferenza stampa. Stavo rispondendo a una domanda e non esprimendo una posizione dell’Oms. Ho usato la parola ‘molto rara’ e c’è stato un fraintendimento perché è sembrato che dicessi che la trasmissione asintomatica è globalmente molto rara. Mentre mi riferivo a un set di dati limitati”.

Il dissenso degli esperti italiani

Le dichiarazioni della Van Kerkhove non convincono gli esperti italiani. Andrea Crisanti all’AdnKronos: “Penso che sia una stupidaggine. Gli asintomatici trasmettono e basta, questa è la realtà”. E ancora: “Il nostro lavoro condotto su Vò Euganeo” – comune veneto fra i primi in Italia ad essere colpiti dal nuovo coronavirus e diventato una sorta di ‘laboratorio a cielo aperto’ su cui l’università di Padova ha condotto più studi ”è stato accettato su ‘Nature’ e in quell’ambito abbiamo ricostruito proprio le catene di trasmissione e dimostrato che anche gli asintomatici trasmettono” il Sars-Cov-2.

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, spiega che per stabilire l’eventuale trasmissibilità del coronavirus da parte di persone asintomatiche o presintomatiche (che svilupperanno i sintomi successivamente) “mancano ancora prova scientifiche. I dati sono ancora limitati, non c’è certezza sulle modalità di trasmissione. Servono studi di lunga durata per avere evidenze incontestabili”.

Si tratta, dice Ippolito all’Adnkronos Salute, “sicuramente di una dichiarazione interessante perché è ufficiale. E perché può avere implicazioni nelle decisioni politiche di screening del virus. Ma, come ci ha insegnato questa malattia in questi mesi, a diventare ‘bugiardi’ dalla mattina alla sera non ci vuole molto. Maria Van Kerkhove non ha presentato, nella riunione di ieri, ulteriori dati rispetto a quelli che avevamo”.

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