Sant’Antimo, il sistema Cesaro alle elezioni: “Chi non rispettava i patti era picchiato. I summit al centro Igea”

E’ il pentito Ferdinando Puca a svelare il modus operandi della famiglia Cesaro per acquistare voti e vincere le elezioni a Sant’Antimo. Cinquanta euro per ogni voto, dieci euro ai galoppini. E chi non rispettava i patti veniva picchiato dagli uomini del clan.

Sant’Antimo, chi non rispettava i patti veniva pestato. “I Cesaro compravano voti per 50 euro”

“Fui convoncato da Luigi Cesaro (Giggino ‘a Purpetta, ndr). Mi dava dieci diecimila euro per effettuare gli acquisti di schede elettorali – racconta il pentito -. Poi ci tenne a farmi delle raccomandazioni: mi disse di controllare il lavoro dei galoppini, ma anche di verificare la corrispondenza dei soldi investiti, scheda per scheda, e i voti portati a casa”.

Poi Puca continua: “Per le comunali del 2011, mi disse che dovevo comprare le schede con i 10mila euro che mi diede. Se quando vendeva due volte il suo voto, dovevamo picchiarlo. I Cesaro avevano persone nei seggi a verificare che tutto andasse come doveva andare”. Le elezioni del 2011 andarono bene. Tanto che Ferdinando Puca fu ricompensato con 35mila euro per aver fatto bene il suo lavoro. “Antimo e Luigi Cesaro mi ricompensarono. Divisi i soldi con Pasquale Verde”.

I summit di camorra al centro Igea

Un sistema collaudato, che contava sulla presenza di tantissimi collaboratori e uomini di fiducia sparsi ai quattro angoli della città. Un modus operandi che sarebbe stato replicato, secondo l’accusa della Procura, anche nel 2017 per sostenere la coalizione di centrodestra guidata da Corrado Chiariello (finito nell’elenco degli arrestati di ieri). Insomma la camorra era il braccio per vincere le elezioni, i Cesaro la mente.

Sempre secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip, all’interno dell’Igea, polo diagnostico di eccellenza in tutta la Campania, si sarebbero tenuti i summit di camorra tra i clan Puca e la famiglia di Gigino Cesaro. A dirlo è il pentito Claudio Lamino. “Certe riunioni avvenivano sia presso il mobilificio Di Lorenzo, sia presso il centro Igea gestito da Antimo Cesaro, che si avvale di Luigi Vergara per mantenere i rapporti con gli altri. Ho saputo di accordi per avere voti in cambio di commesse pubbliche”.

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