Fuga da Alcatraz: è una storia vera?

Il film Fuga da Alcatraz del 1979 con Clint Eastwood, Fred Ward e Jack Thibeau nei ruoli rispettivamente di Frank Morris, John Anglin e Clarence Anglin, fu la trasposizione cinematografic dell’evasione dal carcere di Alcatraz, un penitenziario di massima sicurezza posto sull’omonima isola nella Baia di San Francisco. L’evasione fu fatta appunto dai prigionieri Frank Morris e John e Clarence Anglin. I tre uomini furono in grado di fuggire dalle loro celle e di lasciare l’isola in tempi brevi. Dopo che furono entrati nella Baia di San Francisco non si seppe più nulla di loro.

Fuga da Alcatraz: la vera storia

Morris e gli Anglins fuggirono la notte dell’11 giugno 1962. Si avvalsero di un condotto di 91 cm del blocco B delle celle che passava proprio dietro le loro celle per raggiungere l’uscita dalla prigione. Per accedere al condotto, i prigionieri dovettero meticolosamente rimuovere una ventola di aerazione utilizzando attrezzi improvvisati. Tra questi un cucchiaio da cucina saldato su un motore di un aspiratore rubato. L’ora di musica prevista dal programma del carcere di Alcatraz (un ammorbidimento rispetto alle rigide regole del carcere), fu l’occasione fortuita dei tre fuggitivi: dozzine di uomini simultaneamente suonavano i loro strumenti creando una cacofonia che servì a nascondere le operazioni di scavo nel muro. Il progresso nel loro lavoro venne coperto da un finto muro il quale, nell’oscurità della cella, trasse in inganno le guardie.

Quando furono in grado di passare attraverso il condotto, di notte in notte predisposero il necessario per la fuga. La loro assenza sarebbe stata notata dalle guardie che facevano delle ronde a ogni ora. Per questo i fuggitivi realizzarono delle finte teste di cartapesta per simulare la loro presenza nel letto. Si servirono anche di ciocche di capelli rubate in barberia. Per passare dal condotto, gli uomini rimossero la griglia, la ventola e poi il motore a essa annesso, rimontando poi la sola griglia di protezione, riuscendo a rimuovere i rivetti con del carburo di silicio rubato nel laboratorio della prigione, cancellando ogni traccia del loro passaggio.

I fuggitivi, poi, dedicarono molte ore anche alla costruzione di un gommone improvvisato composto da cinquanta impermeabili, tutti rubati. Questi vennero portati nelle celle e nascosti alla vista delle guardie da fogli. Lunedì 11 giugno i tre fuggitivi posero le loro finte teste nei loro letti, entrarono nel condotto e lasciarono l’Isola di Alcatraz a bordo della loro zattera improvvisata verso un destino incerto.

Le indagini

Gli investigatori dell’FBI vennero aiutati da un prigioniero, Allen West. Quest’ultimo era parte del gruppo dei fuggitivi, ma venne abbandonato dagli amici a causa di ritardi. Dell’impresa dei tre detenuti fuggitivi non si ha prova né del fallimento né della riuscita. Nel 1979, l’FBI concluse ufficialmente, sulla base di evidenze di circostanza e sentendo l’opinione degli esperti, che gli uomini dovevano essere annegati nelle fredde acque della baia di San Francisco nel tentativo di raggiungere la terraferma.

Morris e i fratelli Anglin appaiono a ogni modo ancora oggi nella lista dei ricercati. Nei primi anni ’10 del XXI secolo, incominciarono a presentarsi le prime prove che potrebbero far pensare che qualcuno del gruppo sia sopravvissuto. I parenti dei fratelli Anglin presentarono anche delle prove secondo le quali i due fratelli si sarebbero recati in Brasile dopo la fuga, allegando una fotografia del 1975 che li ritrarrebbe. Secondo gli esperti potrebbe esserci un collegamento facciale tra i personaggi della fotografia e gli evasi. Non si hanno invece tracce di Frank Morris.

Gli altri tentativi

Dei 36 detenuti che provarono a fuggire nella storia di Alcatraz, per ben 14 volte nella storia dei 29 anni di esistenza del carcere, 23 vennero ripresi, 6 vennero uccisi, 2 annegarono e 5 (tre dei quali Morris e i fratelli Anglins e gli altri due furono Theodore Cole e Ralph Roe) vennero inclusi nei “dispersi e probabilmente annegati”.

Ti potrebbe interessare

Torna in alto