Via libera da parte di Regioni ed Enti locali alle nuove linee guida per il rientro a scuola da settembre. Nella bozza del documento è stato inserito un esplicito riferimento al distanziamento fisico che richiama le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico. “Il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali (le bocche – ndr) degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”, si legge nella bozza.
Si tornerà dunque in aula a settembre, ma a distanza di un metro. Ci saranno più laboratori e si farà lezione anche il sabato, per quegli istituti in cui – prima dell’emergenza da Coronavirus – non era previsto. Se la didattica a distanza ci sarà, sarà solo «complementare», cioè non si sostituirà alle lezioni ma potrà essere di supporto alla didattica in classe.
Scuola a settembre: la questione mascherine
Nella nuova bozza del Piano Scuola 2020-2021 si legge che “il Comitato tecnico scientifico, almeno due settimane prima dell’inizio dell’anno scolastico, aggiornerà, in considerazione del mutato quadro epidemiologico, le proprie indicazioni in merito all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per gli alunni e per gli insegnanti all’interno dell’aula, e/o negli spostamenti e nella permanenza nei locali comuni”. In un primo momento Azzolina e il ministro della Salute Roberto Speranza erano sembrati inamovibili su questo tema. Ma avrebbero ceduto alla fine alle pressioni di presidi e insegnati che si sono mostrati scettici sin dall’inizio. L’ultima parola, però, spetterà a presidenti di Regione a settembre in base all’andamento dei contagi.
Azzolina: “Serve un miliardo in più”
La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha definito l’accordo un “lavoro complesso ma realizzato tutti insieme” in cui è “stata buona politica per il bene della scuola” e si è ottenuto un “risultato importante”. La ministra ha rimarcato: “è necessario il miliardo in più per la scuola che ho chiesto”.
“Al Governo – ha ricordato della conferenza Stato Regioni Bonaccini – abbiamo ribadito tre questioni politiche fondamentali. Prima di tutto servono risorse adeguate per realizzare le soluzioni organizzative e didattiche previste dal Piano. Per questo occorre incrementare il fondo previsto si almeno un miliardo di euro, su cui peraltro abbiano avuto precise rassicurazioni dal Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Occorre poi un aumento netto di organico docente e Ata. Occorre prevedere infatti un adeguato incremento finalizzato a garantire il recupero dei tagli operati sui posti comuni dei docenti sull’organico 2020-2021, per riportarli ai livelli dell’anno scolastico in corso, preservando l’organico già autorizzato, nonché un aumento temporaneo dei contingenti, per realizzare un rafforzamento di “organico per l’emergenza”, che permetta di affrontare al meglio il delicato anno scolastico alle porte”.