Una frana ha colpito oggi, 2 luglio, una miniera di giada nel nord del Myanmar, nella città di Yangon, provocando la morte di oltre 100 minatori. Qualche altro centinaio sarebbero ancora intrappolati. I corpi estratti dai vigili del fuoco raccontano la storia di decine di persone – molti di loro migranti a basso costo – che mettono a repentaglio la propria vita per estrarre la preziosa giada, tanto apprezzata dal mercato cinese.
Frana in Myanmar
“I minatori di giada sono stati investiti da un’ondata di fango che ha colpito la miniera dopo forti piogge”. Questo l’annuncio del dipartimento dei vigili del fuoco del Paese, che ha aggiunto che le squadre di soccorso sono ancora impegnate sul posto. “Un totale di 113 corpi è stato trovato finora”, ha scritto il dipartimento sulla propria pagina Facebook. Un agente di polizia ha aggiunto che le operazioni di soccorso sono state al momento sospese a causa delle forti piogge.
Frana in Miniera in Myanmar
Le miniere di Kachin, privilegiate dalla posizione strategica a confine con la Cina, sono altamente redditizie ma scarsamente regolamentate. I minatori cercano le pietre preziose inerpicandosi in terreni montuosi, già indeboliti da precedenti scavi. Ciò comporta frane frequenti e vittime, che molto spesso provengono da comunità etniche povere. Secondo Watchdog Global Witness nel 2014 il giro d’affari del settore ha raggiunto circa 30 mila miliardi di euro. Il denaro finisce nelle casse dello Stato. Le abbondanti risorse naturali del Myanmar settentrionale – tra cui giada, legname, oro e ambra – contribuiscono a finanziare, entrambe le parti, la guerra civile lunga decenni e che vede antagonisti ribelli ed esercito.