Quattordici pazienti positivi provenienti dal Bangladesh e atterrati a Fiumicino, aeroporto di Roma. E’ quanto emerge dall’analisi dei tamponi e dei test sierologici che i medici dell’Asl Roma 3 hanno praticato su ben 276 passeggeri atterrati ieri da Dacca.
Roma, 14 positivi provenienti dal Bangladesh: paura per focolaio “straniero”
Stando ai primi risultati quattordici di loro hanno contratto il Covid, dopo aver fatto i test sul sangue. Soltanto questa mattina arriverà l’esito dei tamponi per capire se sono ancora ammalati oppure guariti. L’indice di sieroprevalenza è pari al 6,2 per cento, per capire nella città di Roma siamo al 2,4. Partenza flop invece al drive in nel presidio Casa della Salute San Caterina della Rosa: in tutta la giornata sono stati solo tre i cittadini del Bangladesh a sottoporsi ai molecolari. Da ieri, nella Capitale, è partita la macchina voluta dalla Regione Lazio per arginare il focolaio di Covid sorto intorno alla comunità bengalese di Roma.
Una situazione – quella legata ai contagi di ritorno – sempre più allarmante. Per capirlo, basti pensare che nelle ultime 24 ore, oltre ai quattordici sospetti, si sono registrati tra gli abitanti del Paese asiatico altri 11 casi, portando il totale a 39. Da qui la decisione di una stretta sui controlli. In particolare, l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ha firmato un’ordinanza secondo la quale a Fiumicino chi arriva dal Bangladesh sarà sottoposto a sierologico e tampone, per «verificare tempestivamente l’eventuale positività e limitare la circolazione del virus». I viaggiatori saranno posti in isolamento preventivo in attesa dei risultati delle analisi, con le Asl tenute a trovare anche un posto sicuro dove alloggiarli. Per esempio, parte dei 276 sbarcati sono stati trasferiti in un hotel vicino allo scalo. Alcuni però rifiutano di farsi il tampone e questo rende difficile il monitoraggio da parte delle autorità sanitarie.