Da qualche giorno su tutti i telegiornali nazionali e locali va di moda un’altra notizia: i campani scappano per farsi curare nel Lazio.
Vediamo cosa è successo. Un collega de “Il Messaggero” giovedì scorso firma un reportage in cui annuncia lo scoop: “I campani scappano nel Lazio”. Basta poi leggere l’articolo per capire che questo enorme esodo si riferisce solo a due pazienti. Ripeto due. Sì, avete capito bene: due.
Uno arrivato a Latina e l’altro a Formia. Ciliegina sulla torta, lo stesso giornalista ammette che hanno dovuto aspettare ben otto ambulanze in coda (allora le file non sono solo in Campania?).
Da qui lo scandalo con tanto di titoloni in cui si parla di centinaia di malati Covid che scappano verso il porto sicuro del Lazio. Basta leggere le cifre per capire che non sono centinaia ma poco più di cento. Di questi cento però pochissimi sono Covid: in tutto parliamo di cinque ricoverati a causa del virus in tutto il mese di novembre. Cinque. Ma non erano centinaia?
Al pronto soccorso di Formia da decenni vanno tutti gli abitanti della parte nord della provincia di Caserta visto che la cittadina pontina è praticamente in Campania e l’ospedale è molto più vicino di altri, tralasciando che sono migliaia i campani che vivono nei dintorni di Formia e conservano la residenza di origine. Senza considerare che in tutto il litorale domitio c’è una carenza di strutture ospedaliere atavica: l’unico vero presidio è una clinica privata.
Una vicenda che ha addirittura fatto scattare telefonate tra i vertici istituzionali delle regioni.
Forse bastava guardare la mappa per capire che quando uno sta male va verso il pronto soccorso più vicino e non pensa di stare attraversando il Garigliano.
La provincia di Caserta ha 15.000 positivi per un milione di abitanti e quella di Latina meno di 5000 per mezzo milione di abitanti però hanno le code di ambulanze come a Napoli dove abbiamo più di 50.000 casi!
Se poi vogliamo proprio parlare di cose serie, dovremmo anche ricordare che l’ospedale di Formia e quello di Latina hanno rispettivamente 750 e 400 posti letto. Quello di Caserta e quello di Aversa hanno 500 e 280 posti letto.
Basta leggere i numeri per capire che il problema non è il Covid, ma la mancanza di presidi ospedalieri in una provincia vasta e abitata come quella casertana.
Ma questo non fa notizia, quello che interessa oggi è far apparire la Campania come la Cenerentola d’Italia nella gestione Covid.
Il risvolto triste della vicenda è che ora per emulazione e convinti di trovare una migliore assistenza saranno tanti i campani che davvero andranno verso il Lazio.