“L’aveva già picchiata, quest’estate Roberta aveva un occhio nero. Pietro era geloso in modo ossessivo”. Lo svela un’amica dopo la scoperta del cadavere di Roberta Siragusa, giovane palermitana di 17 anni uccisa e poi bruciata tra la notte di sabato e domenica scorsa.
A far ritrovare il cadavere di Roberta è stato il fidanzatino, Pietro Monreale, 19 anni. Si è presentato dai carabinieri il giorno dopo insieme al padre e avrebbe confessato tutto. Dopo il ritrovamento lui si è dichiarato innocente davanti al giudice che lo ha interrogato fino all’alba di oggi 25 gennaio.
Delitto di Caccamo, cosa è successo quella sera
I due ragazzi erano ad una festa organizzata in una villa nella zona di Monte San Calogero nelle campagne di Caccamo, a poca distanza dal luogo in cui è stato recuperato il cadavere della ragazza.
I due pare che abbiano litigato davanti agli amici e poi si sono allontanati insieme. Roberta non è mai tornata a casa. All’alba, vendendo il letto vuoto, la famiglia chiamato Pietro. Nessuna risposta. I genitori, allarmati, hanno deciso di andare dai carabinieri. Qualche ora dopo, la svolta. Pietro va in caserma col padre e dice di sapere dov’è il corpo della fidanzata.
“I genitori ed il fratello sono scioccati e increduli – dice ancora l’avvocato Canzone – chiedono giustizia e si affidano agli inquirenti, perché sia fatta giustizia, per un gesto così crudele e atroce. Ora è tanta la disperazione, ringraziamo i carabinieri di Palermo, che hanno messo a disposizione dei familiari uno psicologo”.