Domani sarà un anno esatto che il Covid-19 ha fatto la sua comparsa in Italia. Almeno in via ufficiale. Risale infatti al 29 gennaio del 2020 la vicenda dei due coniugi cinesi provenienti dall’Hubei, la regione di Wuhan epicentro dell’epidemia di coronavirus nel mondo.
Covid-19, un anno fa iniziò la pandemia in Italia
La coppia arrivò con un volo da Wuhan a Milano il 23 gennaio. Dopo aver girato in diverse città, i due turisti di 66 e 67 anni, originari dell’Hubei, cominciarono ad avvertire i primi sintomi. Il 29 gennaio un’ambulanza li soccorse in un hotel di via Cavour. Da lì furono ricoverati all’ospedale Spallanzani. La notizia trapelò già quel giorno, ma l’annuncio ufficiale della presenza di due persone positive al Covid in Italia arrivò il 30, con la conferenza stampa indetta dal premier Conte, che convocò d’urgenza il Consiglio dei Ministri per far fronte a quella che sarebbe stata la più grave pandemia degli ultimi 100 anni.
“Abbiamo due casi accertati di Coronavirus in Italia – dichiarò Conte in conferenza stampa, con parole che oggi possono sembrare grottesche -. Lo Spallanzani è la Bibbia in questo settore e non c’è nessun motivo di creare panico e allarme sociale. Domani mattina ho convocato un Cdm in cui adotteremo ulteriori misure in modo da mettere tutte le strutture competenti a disposizione, ivi compresa la protezione civile”.
Le prime misure adottate dal Governo per limitare la diffusione del contagio sono note: sospensione dei voli diretti Italia-Cina e dichiarazione dello stato di emergenza. Bisognerà poi aspettare altri venti giorni, il 21 febbraio, per la scoperta del primo caso positivo di Covid-19 a Codogno e di un primo focolaio con 16 positivi in provincia di Lodi. Da lì l’inizio dei lockdown, delle zone rosse e delle restrizioni, con cui facciamo ancora oggi i conti.
Ma il virus circolava da prima
Anche se la Cina dichiararò l’esistenza di un virus polmonare soltanto il 31 dicembre 2019, con molta probabilità, come è stato poi dimostrato da successivi studi scientifici, il Sars-Cov-2 circolava già da tempo nel mondo, e anche in Italia, probabilmente da novembre 2019. La sua diffusione sottotraccia ha favorito le condizioni per l’esplosione dei ricoveri e dei decessi nel mese di febbraio e marzo. La retrodatazione è utile a capire come il Covid sia nato e si sia sviluppato nel nostro territorio. Gli scienziati non escludono che le prime varianti abbiano “camminato” sulle gambe degli asintomatici prima di raggiungere le fasce più deboli della popolazione. Questo avrebbe consentito al virus di agire indisturbato per settimane prima della crisi pandemica dell’inizio del 2020.