Blitz all’alba della Guardia di Finanza del comando Provinciale di Napoli. Perquisizioni e sequestri anche a Giugliano, Afragola, Casoria, Torre del Greco e Sant’Antimo. Nel mirino delle forze dell’ordine decine di soggetti che risultano percettori de reddito pur non avendone diritto.
In molti, infatti, erano condannati in via definitiva nell’ultimo decennio per il reato di associazione di tipo mafioso. Le Fiamme Gialle hanno messo a segno anche il sequestro preventivo delle somme ricevute dagli indagati nonché delle carte prepagate, utilizzate per l’erogazione del beneficio.
Reddito di cittadinanza alla camorra
Come noto, il reddito di cittadinanza è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, all’atto della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, nonché di ulteriori presupposti di compatibilità. Tra i quali la mancanza di condanna definitiva, intervenuta nei 10 anni precedenti la richiesta, per il reato, tra gli altri, di associazione di tipo mafioso.
In particolare, nel corso delle indagini sono state accertate l’omissione di informazioni dovute e la non veridicità dei dati autocertificati nelle domande di reddito di cittadinanza, presentate da coloro che, essendo stati condannati per il reato di associazione mafiosa, non avrebbero potuto, in alcun modo, accedere alla misura di sostegno al reddito familiare.
All’esito degli accertamenti condotti, le Autorità Giudiziarie interessate hanno disposto le 120 perquisizioni in corso di svolgimento, volte a sottoporre a sequestro le somme indebitamente percepite dagli indagati, a titolo di reddito di cittadinanza, per un ammontare complessivo pari ad oltre 1.180.000 euro, nel periodo compreso da aprile 2019 a gennaio 2021.
L’operazione ha richiesto un massiccio impiego di forze quantificabile in oltre 500 militari del Comando Provinciale con l’ausilio anche dei baschi verdi. Nel corso delle attività sono state sottoposte a sequestro le disponibilità finanziarie degli indagati, rinvenute sia sui conti correnti a loro riconducibili, sia presso le rispettive abitazioni, intervenendo nelle diverse zone della città partenopea. Tra di esse Scampia, Secondigliano, Barra, Ponticelli e Chiaiano, nonché nelle altre località della provincia di Napoli, tra cui, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Casalnuovo di Napoli, Somma Vesuviana, Acerra, Pollena Trocchia, Giugliano, Casoria, Caivano, Sant’Antimo, Afragola, Marigliano e Cicciano.