Boss, narcotrafficanti e addirittura un killer. Erano loro, e anche familiari che risultavano nulla, tenenti, i detentori del reddito di cittadinanza, scoperti nella giornata di ieri dal finanzieri del comando provinciale di Napoli.
Nella maxi operazioni di ieri le fiamme gialle hanno sequestrato una somma pari ad oltre 1.180.000 euro, nel periodo compreso da aprile 2019 a gennaio 2021.
Chi sono i camorristi del reddito?
A Torre Annunziata sono state scoperte una sessantina di famiglie di affiliati ai clan oplontini Gionta, Gallo-Cavalieri e Quarto Sistema, a Boscotrecase e Boscoreale ai Gallo-Limelli-Vangone e Pesacane, a Castellammare al clan Cesarano del rione Ponte Persica, a Torre del Greco dei Falanga-Papale-Di Gioia, a Santa Maria la Carità degli Esposito-D’Alessandro.
Tra i nomi spicca quello di Vincenzo Pisacane, detto ‘bombolone’, il cassiere dei ‘valentini’ che aveva accumulato diverse proprietà ed ha già subìto un sequestro di beni.
Altro cassiere che ha subito un sequestro di beni è Giuseppe Ranieri: un anno fa gli fu confiscata la villetta a Boscotrecase e in quella sede gli investigatori scoprirono che la moglie di uno degli armieri dei Pesacane, usufruiva del reddito di cittadinanza.
Poi ci sono i boss emergenti definiti del ‘quarto sistema’ di Torre Annunziata, di cui uno aveva i requisiti Isee per ottenere il reddito di cittadinanza ma si tratta di Luca Cherillo, nipote di Natale Scarpa e boss dei Gallo-Cavalieri ucciso in un agguato dai Gionta, e arrestato nell’ultimo blitz che ha smantellato il nuovo clan creato al rione Penniniello.
Sempre a Torre Annunziata, indagata anche la moglie del super narcotrafficante ‘caramella’, all’anagrafe Vincenzo Scarpa, legato proprio ai Gallo.
A Castellammare, ancora, spunta il nome di uno degli esattori del clan Cesarano, che ha scontato una condanna definitiva per camorra. Si tratta di Francesco Inserra, nipote dell’ex reggente Antonio, soprannominato ‘Tonino o guerriero’. Aveva presentato la domanda per il reddito di cittadinanza in prima persona, ‘dimenticando’ la sua condanna definitiva a sette anni di carcere arrivata nel 2016 per il processo “Easymail”.
Nell’area Nord della provincia, sono coinvolti una quindicina di affiliati ai clan Mallardo, Mazzarella, Caiazzo-Simmino, Amato-Pagano, Crimaldi, Arlistico-Terracciano-Orefice e Panico-Perillo.
Cinque degli indagati sono solo a Pollena Trocchia ma il nome di spicco è quello Espedito Pepe, pluripregiudicato legato ai Mazzarella con precedenti anche per un omicidio colposo. Pepe è fra quelli che hanno ottenuto il reddito di cittadinanza presentando in prima persona la domanda.