In questi giorni l’Inps ha inviato delle lettere con le quali chiede la restituzione dei bonus erogati nei primi mesi dell’emergenza Covid. A darne notizia è stato il Centro Studi Fiscal Focus. Secondo l’agenzia alcuni beneficiari avrebbero percepito il bonus di 600 per due mesi (marzo e aprile), senza averne diritto.
Bonus 600 euro
Nel corso dei primi mesi nei quali era scoppiata la pandemia, il Governo aveva stanziato dei fondi per aiutare i lavoratori ad affrontare l’emergenza sanitaria ed economica.
Per andare in soccorso alle famiglie vennero varate alcune misure, previste dal Decreto Cura Italia, tra le quali c’era anche un bonus del valore di 600 euro mensili, erogato a marzo e ad aprile. Alcuni beneficiari riuscirono ad incassare un totale di 1.200 euro. Ossia la somma che proprio in questi giorni l’Inps chiederebbe indietro.
Bonus Inps: la belazza di 1.200 euro da restituire!
Ma ora, a distanza di quasi un anno dalla ricezione della somma di denaro, alcuni beneficiari devono restituirlo. A darne notizia è il Centro Studi Fiscal Focus, che ha visionato una lettera recapitata ad alcuni contribuenti a mezzo raccomandata, che annuncia accertamenti sul bonus percepito.
Bonus 600 euro, ecco chi lo deve restituire
Il bonus 600 euro era riservano ai titolari di partita Iva e ai titolari di un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, in possesso dei seguenti requisiti:
- la partita Iva doveva essere attiva il 23 febbraio 2020;
- il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa doveva essere attiva al 23 febbraio. Il titolare del rapporto doveva essere iscritto alla Gezione separata Inps, con il versamento dell’aliquota contributiva in misura pari al 34,23%, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Tra i beneficiari cui è stata chiesta la restituzione del bonus, ci sono sicuramente vari amministratori pubblici, tra cui sindaci e assessori anche di piccoli comuni, in qualità di lavoratori autonomi o partite Iva.