Campania in zona arancione, richiudono bar e ristoranti: centinaia in cassa integrazione

Sembra un incubo senza fine per ristoratori e baristi. Dopo poco più di un mese dalla riapertura avvenuta al termine delle festività natalizie, le attività di ristorazione e di somministrazione di cibo e bevande sono costrette a riabbassare le serrande. A deciderlo è l’imminente ordinanza del Ministero della Salute che sposterà la Campania in zona arancione alla luce degli ultimi dati epidemiologici.

Campania, con la zona arancione richiudono bar e ristoranti

La boccata d’ossigeno per le migliaia di commercianti che gestiscono un ristorante o un bar è già finita. La zona arancione e quella rossa infatti prevedono la sospensione del servizio ai tavoli e consentono soltanto il delivery e l’asporto come modalità di vendita. Significa che, da lunedì 22 febbraio, non ci si potrà sedere più al ristorante o al bar per un caffé neanche prima delle 18. Tutti i ristoranti e le pizzerie del lungomare di Napoli e della provincia richiuderanno. Molti dipendenti torneranno in cassa integrazione.

Il calo di fatturato per i ristoratori e i baristi è dietro l’angolo. Del resto, in zona arancione sono consentiti soltanto gli spostamenti all’interno del proprio comune di residenza, salvo motivi di necessità, salute o lavoro. Il flusso di pendolari e visitatori che in queste settimane aveva permesso ad alcune attività, soprattutto del capoluogo e delle località turistiche, di risollevare gli introiti, adesso si interromperà di nuovo con l’arrivo delle nuove restrizioni. Per almeno due settimane tornerà in vigore un regime da semi-lockdown, nell’attesa che in Campania i dati sul contagio migliorino al punto da consentire il ritorno in fascia gialla.

 

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