Buone notizie per i percettori del reddito di cittadinanza. Mario Draghi, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Hub a Fiumicino, ha annunciato che il Governo rifinanzierà le misure a sostegno delle fasce più povere della popolazione.
Mario Draghi su reddito di cittadinanza e di emergenza
Il premier, durante il suo intervento, ha illustrato alcuni punti del Decreto Sostegni in arrivo. Ha assicurato un “ampio finanziamento degli strumenti di contrasto alla povertà, per sostenere i nuovi poveri, coloro che sono diventati maggioranza nelle file della Caritas”. Il riferimento è ovviamente al reddito di cittadinanza e di emergenza, già ampiamente usati dal Governo Conte durante le prime fasi della pandemia. Secondo l’ultimo monitoraggio Istat nel 2020 in Italia l’esercito di chi vive sotto i livelli di sussistenza, i poveri assoluti, è aumentato di ben un milione di persone.
I beneficiari di entrambi i sussidi potrebbero dunque aumentare del 25 %. L’Esecutivo è pronto a stanziare un miliardi di euro. Ma nonostante il rifinanziamento, Mario Draghi non cambia linea sul reddito di cittadinanza: i parametri per la sua concessione dovranno essere rivisti. L’idea del premier è di trasformare il RdC da strumento assistenzialistico a misura di sostegno in vista della ricollocazione nel mondo del lavoro e della formazione professionale.
Ok anche a bonus baby-sitter e congedi parentali
Notizie positive anche sul fronte delle famiglie. Il decreto finanzierà infatti anche congedi parentali e bonus baby sitter. Il Consiglio dei ministri, previsto per oggi, potrebbe già introdurre alcune delle misure del decreto Sostegni nel decreto legge in esame sulle fasce di rischio. A ogni modo il pacchetto prevede Congedi parentali staordinari per i lavoratori dipendenti pubblici e privati, quelli iscritti alla Gestione separata e i lavoratori autonomi iscritti all’Inps, con figli di età inferiore ai 14 anni in didattica a distanza o in quarantena.
Si sta pensando di estendere la misura in esame anche ai lavoratori autonomi. Una platea composta da migliaia e migliaia di persone. Se resta lo stesso schema del 2020 il periodo di congedo sarà retribuito al 50% (il congedo ordinario è retribuito al 30%) per un massimo di 30 giorni, «per la cura di tutti i figli e non per ciascun figlio» ha a suo tempo l’Inps.