Come sempre il venerdì è il giorno del monitoraggio in Italia per la nuova classificazione delle regioni: la Campania è attualmente zona rossa, ma cambierà qualcosa?
Da lunedì scorso due terzi degli italiani sono in zona rossa. Oltre 39 milioni di persone in lockdown, con il restante in arancione, nel tentativo di arrestare la terza ondata del Covid.
Questo in arrivo sarà l’ennesimo weekend off-limits, ma diversi italiani sperano che lunedì possa esserci un miglioramento e quindi un declassamento dei colori, almeno fino a Pasqua quando torneranno le massime restrizioni per tutti.
Per i giorni di Pasqua, infatti, le regole saranno uguali per tutti: zona rossa in tutte le Regioni tra il 3 e il 5 aprile. Ma da lunedì prossimo, 29 marzo, la suddivisione per colori regionali potrebbe subire qualche cambiamento.
Campania ancora zona rossa?
Ad oggi in zona rossa ci sono: Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Provincia di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia. Mentre in zona arancione ci sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e alla Provincia di Bolzano.
Qualche cambiamento domani dovrebbe esserci. Quello che appare già certo è che dovrebbero restare in zona rossa Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Puglia. Qualche spiraglio di passare all’arancione ci sarebbe per Lombardia e Campania.
Nelle due regioni c’è stato un lieve miglioramento dei dati negli ultimi giorni ma non sarebbe eccessivamente rilevante. L’Rt soprattutto in Campania sarebbe ancora alto e l’incidenza sarebbe ancora superiore ai 250 casi ogni 100mila abitanti. Per il ritorno in zona arancione, quindi, probabilmente dovranno attendere dopo Pasqua.
Il presidente della Regione De Luca ha tra l’altro prolungato le misure restrittive regionali fino al 5 aprile.
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“Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente – dice il ministro dell’Economia Daniele Franco -, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda”