Sono tanti i punti oscuri nella rapina di Marano che ha visto morire Ciro Chirollo e Domenico Romano. Non ci sono immagini di videosorveglianza in zona che possano documentare quanto successo. Tutto è affidato alle ricostruzioni investigative, ai rilievi della Scientifica e ai risultati dell’autopsia che verrà effettuato sui due cadaveri.
Rapina di Marano, il mistero dell’utilitaria nera
La versione fornita dalla vittima della rapina, Giuseppe Greco, 25 anni, di Marano, non collima con quanto ricostruito dagli investigatori. Greco sostiene di essere stato prima rapinato del Rolex e poi dell’auto da altri complici della coppia di malviventi. Di ciò che è successo dopo la rapina lui non saprebbe nulla. Si sarebbe poi spontaneamente presentato in caserma poco dopo. Smentita dunque, al momento, la confessione che avrebbe reso nel corso della notte dell’incidente.
Il giovane è accusato di duplice omicidio. Ma al momento è a piede libero. Difeso dall’avvocato Domenico Della Gatta, il 25enne – imprenditore nel settore della vendita di abbigliamento online – ha ammesso di essere stato rapinato e di essere stato alla guida della Smart For 4, ma nega di aver speronato e ucciso i due rapinatori morti venerdì sera. Ha detto di essere stato rapinato da più persone, non solo del Rolex, ma anche dell’auto, e di essere poi scappato a piedi. Non solo: ha indicato anche la presenza, sul posto, di una utilitaria nera, ferma, forse con dei complici a bordo, in attesa che si consumasse la rapina.
Le due versioni dell’accaduto
A rendere complicato l’accertamento dei fatti è però l’assenza di immagini. In via Roma e in via Consolare Campania, nel tratto che collega Villaricca a Marano, infatti, non sono presenti telecamere. Niente può documentare quanto avvenuto. La versione degli investigatori e quella di Giuseppe Greco coincide nella prima parte del racconto: il 25enne è stato avvicinato dai due rapinatori a bordo di un T-max, in via San Rocco, mentre era nella sua Smart, ed è stato rapinato del Rolex. Da lì si dipanano due ipotesi diverse.
La prima: Giuseppe Greco viene rapinato anche dell’auto, resta a piedi, nota un’utilitaria nera, con a bordo altri presunti complici che avrebbero atteso la fine della rapina. Il 25enne raggiunge la caserma e denuncia quanto accaduto mentre in circostanze non del tutto chiare i rapinatori si schiantano a poche centinaia di metri di distanza, nei pressi della rotonda tra via Campana e via Roma. Anche la Smart finisce fuori strada e sbatte contro il marciapiede. Ciro Chirollo e Domenico Romano muoiono sul colpo dopo essere stati sbalzati dalla sella del T-Max.
La seconda: Giuseppe Greco viene rapinato del Rolex ma decide di mettersi all’inseguimento dei due malviventi. Li incrocia a poche centinaia di metri di distanza dal luogo della rapina e li travolge in pieno con l’auto. La macchina passa sui corpi a terra, non si sa se volontariamente o involontariamente. Il 25enne poi abbandona la Smart incidentata e scappa a piedi, per poi presentarsi successivamente dai carabinieri e fornire la prima versione.
Altri punti oscuri
Ci sono altri nodi irrisolti nella vicenda. C’era qualcun altro con Greco la sera della rapina? Era lui alla guida della Smart? Qualcuno l’ha aiutato a scappare dal luogo dell’incidente? Uno dei punti deboli della versione sposata dagli investigatori resta la velocità dei mezzi utilizzati nell’inseguimento. Il T-Max, infatti, è uno scooter agile e di grossa cilindrata, in grado di raggiungere velocità sostenute in pochi secondi. Se Giuseppe Greco, alla guida della Smart, li avesse davvero speronati, è probabile supporre che la coppia di malviventi avesse rallentato, semmai immaginando di aver seminato la vittima, salvo poi vedersi piombare la Smart addosso pochi secondi dopo.
A questi e ad altri interrogativi proveranno a rispondere nei prossimi giorni gli investigatori. Decisive potrebbero risultare anche le autopsie effettuate sui cadaveri dei due rapinatori, di cui intanto è stato ricostruito il background criminale. Ciro Chirollo è infatti figlio di un ex esponente del clan Verde di Sant’Antimo, ucciso nel 2009. Domenico Romano ha precedenti per rapina e risulta già destinatario di un arresto nel 2010.