“A Palazzo San Giacomo sono distratti dalla campagna elettorale e si sono dimenticati di noi, di Scampia e della città”, lo ha detto Ciro Corona, attivista dell’associazione (R)esistenza Anticamorra e dell’Officina della Culture “Gelsomina Verde” nel corso della trasmissione “Campania Oggi” di Tele Club Italia (Canale 77).
“Cinque anni fa mi sono preso la responsabilità di denunciare un’associazione d’antimafia nazionale, della quale Alessandra Clemente è portavoce, ed ora ne stiamo pagando le conseguenze. Ma se le istituzioni vogliono vendicarsi, che se la prendessero con me, e non con l’Officina”. Questo il motivo, secondo Ciro, per cui le istituzioni avrebbero abbandonato l’Officina delle Culture a se stessa.
“Fino a 15 anni fa questo era il quartiere della camorra. La camorra era l’unica istituzione davanti alla quale anche lo stato abbassava la testa. Oggi Scampia non è più il quartiere della camorra, ma non è neanche, ancora, il quartiere dello stato. Non esiste più il sistema, restano solo bande di delinquenti che si combattono i marciapiedi”, ha poi aggiunto; ma se Scampia non è più una piazza di spaccio, è “grazie a questa forza propulsiva dal basso, grazie alla società. È cambiato il sentimento tra i cittadini di questo quartiere e il territorio, senza chiedere mai niente dall’alto. Vogliamo solo il riconoscimento di quanto abbiamo fatto. È arrivata questa rivoluzione culturale in soli 15 anni ma purtroppo non è calata dall’alto”.
Scampia, folla inferocita assale un presunto pedofilo
Sul tentato linciaggio ad opera di una folla inferocita contro un presunto pedofilo poco lontano dalla Vela Celeste poi commenta: “Per qualunque problema, abbiamo sempre avuto il supporto delle Forze dell’ordine di Scampia, ma rappresentano lo stato che si mostra con i muscoli. Le politiche sociali sono sempre fallite, e bisogna colmare questo vuoto, perché altrimenti lo riempie la camorra. È chiaro che la giustizia sociale la fai se sei abituato a cavartela sempre da solo. È una questione culturale”.
“Questo quartiere vive ancora di buchi tremendi. Oggi, che non c’è più la camorra, si sono avuti vuoti economici, sociali e culturali. Se lo stato non può colmare questi vuoti, lo deve fare l’insieme delle realtà territoriali. Io sono cresciuto negli anni 80′, quando per sopravvivere o fuggivi al nord, o ti associavi alla camorra. Oggi bisogna lasciare ai più giovani nuovi modelli educativi”, ha poi aggiunto.
“Abbattimento delle Vele? Solo un spot elettorale”
“Per molti l’abbattimento doveva essere la rinascita, ma si sa che è stato uno spot elettorale. Le macerie stanno ancora lì”. Queste le sue parole. “Non ci saremo mai sognati che in un anno si fosse ricostruito tutto, ma almeno le macerie dovevano essere tolte”, ha poi spiegato, ricordando che l’abbattimento delle Vele non è l’unica opera incompiuta, iniziata e mai finita dallo Stato. “L’università non è finita. I corsi sarebbero dovuti ripartire a settembre, ma così non è stato”, ha infatti aggiunto.
Elezioni a Napoli, rappresentanza per Scampia
È scoppiata una polemica dopo la visita di Bassolino, candidato sindaco del centrosinistra per Napoli, all’Officina delle Culture. “Abbiamo ribadito che non c’è nessun accordo con Bassolino, ma solo la volontà di far vedere cosa stiamo facendo”, ha spiegato Ciro al riguardo. “Faremo venire qui tutti i candidati sindaco, eccetto la candidata DEMA che fino ad oggi non ha mai fatto niente per noi”, ha infine aggiunto, ricordando come l’attuale amministrazione uscente non si sia mai interessata alla sua attività. Dal futuro sindaco di Napoli, in particolare, Ciro si aspetta più presenza ed una serie di azioni che facciano entrare lo stato nel quartiere. “Sogno un quartiere dove il pregiudizio smetta di fare più danni di quanti ne abbia fatti la camorra. Un quartiere preso dalle persone. Spero che finalmente ottenga una vera rappresentanza nelle istituzioni. Basta pensare che le ultime due municipalità sono state legate al Vomero e a Ponticelli”. Queste le sue parole.