Puntata interamente dedicata alla vicenda di Norina Matuozzo quella di “Amore Criminale” andata in onda ieri sera su Rai3. La trasmissione condotta da Veronica Pivetti ha ricostruito l’intricata relazione sentimentale tra Norina e il marito, Salvatore Tamburrino, 41 anni. Dal matrimonio fino alle violenze fisiche e psicologiche che hanno avuto il tragico epilogo con l’omicidio del 2 marzo 2019.
Il matrimonio turbolento tra Norina e Salvatore
Il quadro psicologico che emerge dalla puntata di “Amore Criminale “è complesso. Norina, sposata con Salvatore da 15 anni, era ormai vittima e succube di un rapporto manipolato dal 41enne. Le discussioni nascevano per poco, a volte per una maglietta troppo scollata di Norina o un abito troppo succinto che scatenava le scenate di gelosia del marito. La personalità di Salvatore è chiara: un narcisista ossessionato dalla gelosia e dal possesso, che considerava la moglie come un oggetto di sua proprietà di cui disporre a piacimento.
Norina invece è la vittima e la parte fragile della relazione. Accetta violenze e vessazioni per tenere unita la famiglia. Quando non riesce più a sopportare il clima teso che si respira in casa, scappa dai genitori, ma puntualmente Salvatore fa ritorno implorandola di tornare e promettendole di cambiare. Un tira e molla che si trascina per mesi e mesi fino a quando non subentra nella loro vita una terza persona, l’amante di Salvatore.
L’amante di Salvatore
Per 4 anni Salvatore Tamburrino intrattiene una relazione extraconiugale con una vicina di casa. Ogni volta che Norina avanza dei sospetti sull’esistenza di una terza persona, lui li respinge prontamente parlando di fantasie e timori infondati. Alle intenzioni della consorte di lasciarlo, lui risponde con le minacce: “Se mi lascio, ti uccido”. Nel corso di un litigio, arriva persino a puntarle un coltello da cucina alla gola. L’amante, però, a un certo punto non ne può più di quella doppia vita. Così lo lascia e interrompe il rapporto, stanca del fatto di dover condividere il suo uomo con una donna sposata.
Tamburrino sta male. Comincia a perseguitarla, a seguirla, si reca a casa sua, la pedina. Vittima di una personalità incline al possesso, non accetta di perdere quella persona che per quattro anni aveva tenuto per i suoi momenti di svago al di fuori delle mura domestiche. L’amante, per liberarsi di quella presenza ingombrante, si presenta a casa di Norina e, in presenza di Salvatore e dei figli, racconta tutta la verità: “Io e Salvatore siamo stati insieme per 4 anni”.
La Matuozzo, messa di fronte all’evidenza dei fatti, lascia l’abitazione insieme ai figli e si rifugia a casa dei genitori, a Melito. Per Salvatore è troppo: perdere anche la moglie per lui è inaccettabile. Si arma di pistola e si reca a casa dei suoceri con la scusa di dover definire le questioni relative all’affidamento dei figli. La discussione del 2 marzo sarà l’ultima. Tamburrino estrae l’arma e uccide Norina con tre colpi di pistola. Poi scappa e decide di costituirsi assistito dal suo avvocato.
Dopo l’omicidio
Dopo il femminicidio Salvatore Tamburrino inizia a fare delle telefonate ai parenti stretti di Norina svelando il reato commesso. Poi va dal suo avvocato e gli racconta tutto. Tamburrino però non è un uomo come tanti, lui è il braccio destro di uno dei criminali più pericolosi d’Italia: Marco Di Lauro. Quel due marzo di tre anni fa Tamburrino va così a costituirsi negli uffici della questura di Napoli rivela in un ascensore ai poliziotti il nascondiglio del super latitante in cambio di un ultimo abbraccio con i suoi figli e di protezione per la sua famiglia.