Si chiama fungo nero. Ed è la micosi che in questi giorni sta gettando il panico tra i malati Covid in India. Sono infatti migliaia le persone che hanno sviluppato questa malattia, di solito molto rara, poiché porta alla morte nel 50 % dei casi.
Covid in India, si diffonde il “fungo nero”
L’ondata anomala di infezioni è il risultato di un uso eccessivo di steroidi, impiegati dai medici per curare i milioni di pazienti colpiti nel subcontinente indiano dal coronavirus. Secondo la Bbc i contagi da micormicosi – questo il nome scientifico della malattia – al momento sono quasi 9mila mentre le vittime accertate sono circa 130. Un’epidemia nell’epidemia che rischia di mandare in tilt il sistema sanitario locale.
Prima della pandemia da Covid-19, i casi di fungo nero erano molto rari. Se ne contavano poche decine all’anno. Si tratta infatti di una malattia molto aggressiva. I chirurghi a volte sono costretti a interventi estremamente invasivi per impedire che le spore raggiungano il cervello dei pazienti. Nei casi peggiori i medici rimuovono gli occhi, il naso, la mascella.
L’attuale rapido aumento di casi è in gran parte attribuito all’uso incontrollato di steroidi, che hanno come effetto collaterale proprio l’indebolimento del sistema immunitario, già alterato dalla presenza del virus. L’acqua contaminata nelle bombole di ossigeno o negli umidificatori d’aria degli ospedali fa il resto, offrendo al fungo l’opportunità di diffondersi rapidamente tra i malati, negli ambienti domestici o ospedalieri.
Il governo centrale l’ha definita una vera e propria epidemia e ha impostoagli Stati di segnalare i casi confermati e sospetti. Intanto, come avvenuto a marzo e aprile quando i social media furono inondati di richieste disperate di ossigeno, letti d’ospedale e farmaci anti-Covid, ora gli indiani si rivolgono di nuovo ai social media alla ricerca di medicine per curarsi.
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