Funivia del Mottarone, tre fermati: “Freno manomesso per evitare il blocco”

Ci sono i primi indagati e i primi fermi nella tragedia della funivia del Mottarone.

All’alba sono stati fermati in tre: si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio.

A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri, in seguito all’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori.

Fermati per crollo funivia Mottarone

Dopo lunghi interrogatori e un confronto di oltre dodici ore con dipendenti e tecnici dell’impianto è arrivata la svolta. Nei confronti dei tre fermati, per i quali la procura di Verbania chiederà nelle prossime ore la convalida del fermo e la misura cautelare, è stato raccolto quello che il procuratore Olimpia Bossi definisce “un quadro fortemente indiziario”.

Ciò che è emerso dalle indagini è che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Per gli inquirenti, il ‘forchettone‘, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Un “gesto materialmente consapevole, per evitare disservizi e blocchi della funivia, che da quando aveva ripreso servizio, presentava anomalie”.

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Alcuni interventi per risolvere le anomalie erano stati fatti ma non erano stati risolutivi. Tra l’altro secondo il procuratore, la funivia “da più giorni viaggiava in quel modo e aveva fatto diversi viaggi”.

Le indagini sono ancora in corso e non è da escludere il coinvolgimento anche di altre persone.

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