Campania, quando la regione finirà in zona bianca? La possibile data

La Campania resta per un’altra settimana in fascia gialla. Con un valore pari a 65 contagi ogni 100.000 abitanti la regione è ancora lontana dal passaggio in zona bianca.

Campania, quando la regione finirà in zona bianca? La possibile data

Al momento nella fascia tanto ambita sono finite tre regione: Molise, Sardegna e Friuli Venezia Giulia, che hanno un’incidenza al di sotto del 50 contagi ogni 100mila abitanti. Ieri, infatti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza, dopo il consueto monitoraggio dell’Iss, con la quale ha disposto l’entrata in area bianca per sole tre regioni.

Dal 7 giugno, invece, dovrebbero finire nella fascia con meno restrizioni altre 4 regioni: Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria. A seguire il 14 giugno sarà la volta di Lombardia, Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, provincia autonoma di Trento e Puglia.

Ma quando la Campania sarà tra le regioni più virtuose? I dati parlano chiaramente: i contagi sono in diminuzione, così come i ricoveri. Solo in terapia intensiva ci sono 69 pazienti. Mentre i reparti di degenza ordinaria sono occupati da 761 persone. Dunque a meno che non ci siano cambiamenti la Campania dovrebbe passare in zona bianca dal 21 giugno. O addirittura dal 28 giugno.

Regole in zona bianca

Cosa si può fare in zona bianca? Proviamo a fare chiarezza. Le regole basilari anti-covid, come indossare la mascherina, evitare assembramenti e restare distanziati l’uno dall’altro, restano sempre valide.

E’ consentito consumare cibi e bevande all’interno dei locali. Si può accedere alle palestre, ma anche alle piscine al chiuso e ai centri benessere. Ok anche a sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, parchi tematici e di divertimento, attività di centri culturali, centri sociali e ricreativi. Non c’è il coprifuoco, quindi gli spostamenti sono liberi giorno e notte. 

Via libera anche al settore wedding. E’ possibile anche anticipare le feste e i ricevimenti per cerimonie civili o religiose, tramite uso della “certificazione verde”. Resta ancora fermo il settore legato alle discoteche e simili, che siano all’aperto o al chiuso.

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