Il vaccino Made in Italy funziona. Già tre settimane dopo la prima dose, si osserva una risposta anticorporale contro la proteina Spike in oltre il 93% dei vaccinati volontari. Concluso il ciclo di due somministrazioni, si raggiunge il 99% di protezione. Emerge però un problema di fondi.
Il vaccino ReiThera: risposta degli anticorpi al 99% dopo la seconda dose. C’è però un problema
I risultati dopo le prime cinque settimane dall’inizio della vaccinazione confermano quanto già osservato nella Fase 1: il vaccino è tollerato alla prima somministrazione, e ancor meglio tollerato alla seconda. I sintomi post-vaccino, per la maggior parte di grado lieve o moderato e di durata breve, sono dolore e tensione al sito di iniezione, senso di affaticamento, dolori muscolari e mal di testa. Non si sono registrati eventi avversi seri correlabili al vaccino.
Leggi anche: Campania, esplode focolaio: suora di 47 anni si arrende al Covid
A revisionare i dati preliminari di sicurezza e immunogenicità delle prime cinque settimane di studio nel corso di una riunione congiunta il Data Safety Monitoring Board, Comitato indipendente per la valutazione della sicurezza, e lo Steering Committee, Comitato scientifico per la valutazione dell’efficacia. I due comitati si sono espressi favorevolmente sui dati analizzati e hanno raccomandato la prosecuzione dello sviluppo clinico del vaccino GRAd-COV2.
Lo studio è stato condotto su 917 volontari, di cui il 25% di età superiore ai 65 anni.
ReiThera funziona, ma c’è un problema di fondi
È vero che i test proseguono a gonfie vele, ma c’è un problema ancor più grande: i finanziamenti. C’è lo stop ai fondi pubblici da parte della Corte dei Conti che mette dunque a rischio l’iter e l’immissione sul mercato.
Secondo i giudici, c’era la possibilità che i fondi previsti (circa 81 milioni di euro dallo Stato) finissero non solo nello sviluppo del prodotto anti Covid, ma anche nel rafforzamento patrimoniale della società. Il problema è che la fase 3, l’ultima, senza fondi non può partire.