28 denunce, 13 sequestri, 22 cantieri individuati, questo il bilancio dell’operazione eseguita negli ultimi due mesi dai Carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari: una complessa campagna di controlli per reprimere i fenomeni di abbandono di rifiuti e di sversamenti illeciti da parte di imprese che operano nelle aree del Litorale Domizio – Flegreo.
Rifiuti sversati nel mare del Litorale Domizio-Flegreo: 28 denunce e 13 sequestri
I Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli, con il dipendente Nucleo Operativo Ecologico di Napoli, hanno compiuto un importante sforzo finalizzato ad accertare e porre un freno alle cause dell’inquinamento del litorale marino.
Negli ultimi due mesi, i Carabinieri, supportati dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro e dell’Arma territoriale, lungo il Litorale Domizio – Flegreo, ossia Bacoli, Licola, Pozzuoli, Giugliano in Campania, hanno:
- denunciato 28 persone alla A.G. partenopea;
- individuato 22 scarichi abusivi, alcuni dei quali cementati;
- effettuato 13 sequestri tra scarichi abusivi, impianti e apparecchiature ed alcune aree di cantiere utilizzate per lo stoccaggio illecito di rifiuti.
Inoltre, presso un cantiere nautico di Licola, i militari del NOE di Napoli sono venuti a conoscenza di una estorsione subita dal titolare del cantiere nel mese di dicembre 2020, a ridosso delle festività natalizie, da parte di tre giovani di Pozzuoli, tutti vicini al clan “Longobardi – Beneduce” dell’area flegrea. La richiesta estorsiva ammontava a 2000 euro da destinare alle famiglie dei detenuti.
In data 18 giugno, a seguito delle successive indagini, ai tre giovani sono stati notificati 3 provvedimenti cautelari restrittivi.
In data 22 luglio, i Carabinieri del NOE di Napoli hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo relativo ai piazzali esterni in uso alla società “Cantieri del Mediterraneo S.p.a.”, siti in Napoli presso l’area portuale. Sono stati sequestrati alcuni macchinari necessari alla manutenzione e al rimessaggio dei natanti.
Già durante un intervento precedente si scoprì che venivano usati solventi e vernici in assenza di vasche di accumulo e di depurazione, necessarie per la raccolta, ed il regolare smaltimento dei liquidi prodotti dalle lavorazioni.