Concorsi universitari truccati, indagato il virologo Massimo Galli insieme con altri docenti

Il virologo milanese, già primario del reparto delle Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli è indagato, assieme ad altre 33 persone, per associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico.

Concorsi universitari truccati, indagato il virologo Massimo Galli insieme con altri docenti

Le accuse sono quelle di aver truccato i concorsi pubblici per aver favorito le persone vicine ai membri delle commissioni giudicatrici. 

Oltre a Galli figurano anche docenti che insegnano nelle università della provincia di Milano, Pavia, Torino, Roma e Palermo. Secondo l’accusa, i fatti sarebbe avvenuti durante il periodo del primo lockdown del marzo 2020.

E’ quanto emerge dal decreto di perquisizione e sequestro eseguito in queste ore dai carabinieri del Nas a carico di 33 persone, tra professori universitari, dirigenti pubblici legati alla politica e ricercatori.

Contestato anche un episodio di corruzione a carico del professore ordinario di Medicina e chirurgia Riccardo Ghidoni che “riceveva nell’arco di alcuni mesi dall’odontoiatra Roberto Mannarino l’utilità rappresentata dall’esecuzione gratuita di lavori odontoiatrici per un valore di circa 10 mila euro”. Ghidoni, dunque, compiendo “atti contrari ai doveri di ufficio”, è risultato, secondo i pm, asservito “agli interessi personali di Mannarino, relativi alla carriera universitaria dei figli”.

Secondo il decreto firmato dalla Procura di Milano, “la situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate è a dir poco sconcertante”. Fin dall’inizio dell’inchiesta “gran parte dei concorsi banditi sono stati oggetto di condotte di addomesticamento. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale”.

Le indagini, prosegue la Procura, “hanno consentito di delineare un grave quadro indiziario in ordine al sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore (ordinario e associato) all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università degli Studi di Milano”. Tra i metodi più utilizzati è risultata la predisposizione del cosiddetto “medaglione”, e cioè la tipologia di impegno scientifico richiesta dal bando, da calibrare sul profilo del candidato da favorire.

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