Alla fine è uscito allo scoperto l’artista che ha realizzato i teschi di cartapesta comparsi su molte statue in diverse città italiane, tra cui anche Napoli. Il suo nome è Michele Tombolini e l’opera si chiama “The voice off the planet”.
Napoli, teschi di cartapesta sulle statue: svelato il mistero. Chi è l’artista
L’idea di realizzare maschere di cartapesta con la bocca “cucita” con una “x” nera e di collocarle su alcuni monumenti italiani è partita in collaborazione con Extinction Rebellion, movimento internazionale ambientalista, non-violento e creativo.
Le maschere sono state, infatti, posizionate su alcune statue a Venezia, Milano, Roma, Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Padova e Verona.
Gli interventi, assicura Tombolini, sono stati fatti “nel massimo rispetto delle opere pubbliche, senza arrecare danno alcuno”. Con l’installazione “The voice off the Planet”, spiega Tombolini, “affronto per la prima volta la questione ambientale per incoraggiare una presa di responsabilità in merito a tutto ciò che riguarda l’inquinamento, la crisi climatica e la sesta estinzione di massa, quel disastro che ormai tutti iniziamo ad avere sotto gli occhi. Il teschio, che ho spesso utilizzato in altri miei lavori, qui assume il valore simbolico della morte della pianeta, e nel contempo anche della sua rinascita. Una terra che possiamo ancora aiutare, quindi, perché dalle nostre menti possono uscire le idee più distruttive come le soluzioni più giuste, le tecnologie più efficienti, le innovazioni più straordinarie, dipende dall’uso, abuso e disuso che se ne fa. I teschi sono completati dall’apposizione di alcune piante sul cranio, come simbolo di una delle possibili vie di redenzione, e dal simbolo di una croce nera sulla bocca, che contraddistingue gran parte della mia produzione e che rappresenta la censura di cui siamo vittime. Quella censura che per primo combatto con sempre più convinzione e forza, dando voce a chiunque non possa parlare o dire la verità, in questo caso per comunicare l’emergenza climatica che stiamo vivendo”.
Tombolini ha scelto di collaborare con il movimento Extinction Rebellion “per la loro identità ambientalista non-violenta e creativa, e per dare all’installazione temporanea il carattere della sincronicità, grazie alla presenza del movimento in oltre 80 Paesi a livello globale e in più di 35 città in Italia”.