La camorra in provincia di Caserta non fa sempre rima col clan dei Casalesi. Nella periferia a sud di Caserta si sta radicando sempre di più il clan Belforte. La storica cosca originaria di Marcianise si espande sull’intero territorio a ridosso di Caserta. Ovvero da Marcianise fino al capoluogo casertano. Storicamente legati alla NCO del boss Raffaele Cutolo, i Belforte, secondo le ricostruzioni della Direzione Investigativa Antimafia, starebbero allargando le proprie mire criminali al di fuori del territorio casertano. Dunque una vera e propria sfida all’intero panorama criminale campano.
I nuovi obiettivi del clan Belforte
Il vero obiettivo dei “Mazzacane” è sdoganarsi dall’area di provenienza. In altre parole non essere più considerati gruppo criminale di basso rango sfruttando gli arresti eccellenti che hanno colpito i Casalesi in questi anni. Del resto gli stessi Casalesi non hanno mai intrecciato sodalizi veri e propri coi Belforte per una serie di cause. Su tutti le attività degli stessi Belforte. Per via della contiguità con le aree a nord di Napoli e subendo le influenze criminali dei clan partenopei, il clan Belforte opera principalmente nel settore del narcotraffico. Attività che negli anni ha innescato faide sanguinari coi rivali del clan Piccolo, altra cosca marcianisana. Oltre allo spaccio di droga i Belforte sono radicati nelle attività di estorsione, usura e racket. Tutte attività da sempre riducibili ai clan Ciccarelli (Caivano), Pezzella (Cardito) e Cennamo (Crispano), storiche famiglie orbitanti nell’universo criminale del clan Moccia. E queste stesse attività non hanno mai suscitato l’interesse dei Casalesi.
Il crollo del clan dei Casalesi “espande” il potere dei “Mazzacane”
In che modo i Belforte intenderanno superare Terra di Lavoro? Rafforzando la gestione delle slot machine e il commercio delle cialde di caffè. Slote machine e caffè rappresentano attività remunerative in tutto il mondo, motivo per cui i Belforte hanno deciso di puntare tutto per affermarsi in Campania e nel nord Italia. E non è finita qui. Il pentimento di alcuni boss come Antonio Iovine detto “o ninno” ha definitamente spianato la strada alle mire espansionistiche dei Belforte. Sul piano criminale la collaborazione di giustizia da parte di un boss potente rappresenta il declino di un clan. Il quale determina un vuoto di potere che prima o poi sarà colmato da un clan avversario. Proprio come sta provando a fare il clan Belforte.
Di Sossio Barra