Firenze. E’ dal palco della Leopolda che Matteo Renzi ha lanciato la stoccata a Vincenzo De Luca. Insomma in parole povere gli ha detto: io la mia parte l’ho fatta, adesso tocca a te. E parliamo ovviamente dei milioni stanziati per la rimozione delle ecoballe. Dall’altro lato non c’è stata risposta, si attende che la Regione pubblichi il bando.
Intanto sempre da quel palco Renzi ha sbaragliato tutti i politici campani presenti alla stazione fiorentina. Perché? Perché nella tre giorni il premier ha chiesto a un un magistrato napoletano di intervenire e parlare di anticamorra. E questa mossa non è stata presa sottogamba da chi era alla convention. Il magistrato in questione è Giovanni Corona che fu insieme con l’allora capo della Squadra mobile napoletana Vittorio Pisani, l’autore di quel decreto con più di 50 fermi destinato a diventare il primo documento sulla guerra di Scampia. Un colloquio breve con Renzi, prima di intervenire. Poi, un discorso che raccoglie applausi, sulle periferie di Napoli, sulla camorra, sulla realtà sociale e sul lavoro difficile dei magistrati. Ed è così che Corona entra nel totonomi dei papabili candidati Pd alle primarie del centrosinistra a Napoli.
Difatti al momento si segue ancora la strada delle primarie con Bassolino e Marfella candidati. Dunque si tratterebbe di un magistrato da opporre all’ex magistrato Luigi De Magistris. Ma Corona parteciperebbe alle primarie? La scadenza per una decisione resta la Direzione nazionale fissata il dieci gennaio. Se Corona dovesse conquistare punti nei sondaggi che il Pd sta commissionando, l’obiettivo in direzione diventerebbe di arrivare almeno al 60 per cento dei favorevoli, per evitare le primarie e scegliere un candidato unico. Eventualità che potrebbe spingere Bassolino a decisioni alternative al confronto nelle primarie. Ma Corona al momento non si sbilancia e ripete che, alla Leopolda, è stato invitato come tecnico non come appartenente al Pd.