Le motivazioni. “La diocesi di Pozzuoli – recita la missiva – non essendo certa della proprietà, così come più volte ribadito dal professor Palermo e dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, si è vista impossibilitata a partecipare per non incorrere in un illecito. Nel contempo la stessa si è attivata per l’acclaramento della proprietà. Se le ricerche dovessero confermare che la proprietà è della Diocesi, la stessa si attiverà, con mezzi propri o attraverso richieste di finanziamento, per recuperare il suddetto bene di cui la Diocesi ha chiara la rilevanza religiosa, storica, culturale e naturalistica”. Sulla stessa falsariga si starebbe muovendo anche il Comune di Marano, che pare tra l’altro intenzionato – attraverso il neo assessore provinciale al Turismo Di Guida – ad investire della questione anche la Provincia di Napoli.