Fermati con green pass falsi, in cella figlia e genero del boss

In cella dopo il fermo per green pass falsi. Il gip di Civitavecchia ha convalidato il decreto di fermo emesso dalla DDA di Napoli nei confronti di Luca Esposito, genero di Patrizio Bosti, quest’ultimo ritenuto uno dei vertici del cartello camorristico denominato “Alleanza di Secondigliano”.

Figlia e genero del boss arrestati a Fiumicino

Esposito è stato bloccato dalla Polizia nell’aeroporto di Fiumicino, insieme alla moglie Maria Bosti, figlia del boss, mentre stava per imbarcarsi su un volo per Dubai, lo scorso 17 gennaio.

Il giudice ha ritenuto di non convalidare il provvedimento che nei confronti della donna, in quanto trovata sprovvista del biglietto e quindi è stato ritenuto insussistente il pericolo di fuga. Ciononostante il giudice ha ritenuto necessaria una misura cautelare in carcere per entrambi.

Marito e moglie sono accusati di “corruzione di incaricati di pubblico servizio aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il sodalizio di appartenenza”. Secondo gli inquirenti, infatti, per poter salire sul volo diretto negli Emirati Arabi si sarebbero procurati a pagamento – attraverso medici compiacenti – falsi certificati di avvenuta vaccinazione anticovid e falsi certificati di test molecolare con esito negativo.

Gli atti del procedimento sono stati trasmessi a Napoli, per competenza territoriale, dove entro venti giorni l’ordinanza deve essere reiterata.

Intanto quanto sta emergendo della indagini conferma un fatto ormai già da noto da tempo: Dubai è il ‘paradiso’ dei camorristi. Gli Emirati Arabi di recente hanno respinto anche l’estradizione del supernarcos Raffaele Imperiale.

Ecco quindi tutte le difficoltà per bloccare camorristi a Dubai: difficoltà nei controlli per la giustizia italiana e la mancanza di un efficace accordo tra i due paesi.

Le intercettazioni

Dalla conversazioni tra Esposito ed i familiari emerge il progetto di un nuovo vita nella città degli sceicchi. “Appena atterro compriamo casa a Dubai, logicamente una villa – dice il ras, intercettato dei poliziotti, al figlio -, basta seguire le regole che mi ha spiegato l’amico Roberto”. E quali sono le regole per un boss della camorra nella capitale emiratina? “Non frequentare altri napoletani, quelli che fanno bordello. – ascoltano ancora gli inquirenti, come riporta il quotidiano Il Mattino – Poi, grazie al mio amico, che è residente, posso aprire un conto corrente dopo appena mezzora. E da lì faccio i c… miei, mi metto a vendere orologi per il momento, direttamente con Hong Kong, che sto guadagnando 40mila euro alla settimana. Poi le case”.

Immediato il consiglio del figlio: “Papà, poi fai i bitcoin, che con la criptovaluta non ti possono arrestare…”. Ecco quindi tutte le difficoltà per bloccare camorristi a Dubai: difficoltà nei controlli per la giustizia italiana e la mancanza di un efficace accordo tra i due paesi.

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