Le tigri dello zoo di Napoli lasciano le gabbie lager e si trasferiscono nella nuova area “Savana” dopo oltre 70 anni

“La Befana ha portato un bel regalo alle tigri ospitate nello zoo di Napoli e ai bambini che vanno a vedere gli animali che vivono nella struttura di Fuorigrotta perché finalmente, i felini hanno abbandonato quelle gabbie di pochi metri quadri che erano un vero e proprio lager per andare in un’area appositamente creata per loro”.
Ad annunciarlo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, questa mattina, è stato nello zoo per verificare di persona le condizioni delle tigri, insieme al professor Luigi Esposito, docente del dipartimento di Medicina veterinaria e riproduzione animale dell’Università Federico II di Napoli.
“Finalmente hanno lasciato quelle gabbie di pochi metri quadrati costruite oltre settanta anni fa, quindi mi complimento con l’ingegner Stefano Floro Flores che ha mantenuto la promessa fatta a me e a tutte le associazioni animaliste e ambientaliste che, da anni, seguiamo le vicende dello zoo di Napoli, e con l’ingegner Guglielmo La Regina che ha curato il progetto e i lavori di realizzazione della Savana” ha aggiunto Borrelli per il quale “lo zoo non è il luogo migliore dove far vivere gli animali, ma è anche vero che per quelli che sono nati in cattività non si può pensare di riportarli nei loro habitat perché potrebbero soffrire e addirittura morire perché non sono abituati alla vita brada”.
“Le tigri dello zoo di Napoli costrette, da sempre, a vivere in pochi metri quadri in gabbie senza terreno, ora si stanno riabituando poco poco a camminare sulla terra” ha sottolineato il consigliere dei Verdi precisando che “per questo motivo, in questi primi giorni, preferiscono non uscire fuori”.
“Con grande soddisfazione mia e di tutti gli operatori dello zoo e, spero, con soddisfazione di tutti i napoletani, le tigri sono state trasferite in un exhibit di grandissimo valore naturalistico che simula perfettamente l’ambientazione dove vivono questi animali” ha detto l’ingegner Floro Flores sottolineando che “ora ci sono oltre 3000 metri quadri, a disposizione di tre animali, tre grandi laghi profondi oltre 2.5 metri per consentire a questo grande nuotatore l’immersione completa”.
“L’opera è avanzata anche dal punto di vista tecnologico, per le soluzioni adottate per la sicurezza degli operatori, del pubblico, e contemporaneamente, per il benessere degli animali” ha aggiunto precisando che, “per tutti noi che amiamo questo luogo dove abbiamo vissuto da bambini, genitori e ancora nonni, è un giorno di gioia: gli animali sono sereni, quasi compiaciuti della nuova area di cui piano piano si stanno appropriando, dove stanno riproponendo gesti e movimenti che avevano dimenticati”.

“Sono veramente felice, per me che amo gli animali e che, da quando vivo lo zoo, mi sono affezionato a tutti loro, nessuno escluso, è un grande giorno. Mi piace pensare che quella tigre, che ieri mi ruggiva infastidita, oggi mi osservi compiaciuta e grata” ha concluso aggiungendo che “completata anche la savana, comincia l’operazione Zoo 2.0, la cui missione sarà fondamentalmente la ricerca scientifica e la conservazione delle specie in via d’estinzione. A mio avviso, sempre di più, in futuro, molti animali, purtroppo, saranno presenti solo negli zoo, che dovranno adattarsi alla nuova e più impegnativa missione”.

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