Continua la prova muscolare di Vladimir Putin agli occhi del mondo. Mentre continua l’ammassamento di truppe lungo i confini ucraini (quasi 200mila soldati), il premier russo mostra agli avversari l’arsenale con cui può ridisegnare gli equilibri geopolitici in Europa. Missili nucleari, droni, sistemi di hackeraggio. C’è di tutto nella guerra ibrida con cui il Cremlino vuole riconquistare una sfera di influenza nel Vecchio Continente.
Le nuove armi di Putin: il missile Kinzhal che colpisce bersagli a 2mila chilometri
Le esercitazioni condotte in questi giorni- dal nome “Grom”, Tuono – sono il segnale di una prova di forza da parte di Mosca. Dai monitor di un centro di comando, Vladimir Putin, a fianco del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, osserva le forze armate lanciare missili in grado di spostare cariche nucleari da un punto all’altro del Paese più voto del mondo. L’arsenale è vasto: missili di mare, cielo e terra. Come racconta Repubblica, dal sottomarino Karelia nel mare di Barents, Artico, si leva il missile balistico Sineva. Dal cosmodromo di Plesetsk, 800 km a Nord-Ovest di Mosca, parte lo Jars. Volano entrambi fino al poligono Kura nella lontana Kamchatka, Estremo Oriente Russo.
Dal campo d’addestramento Kapustin Jar parte un Iskander. Ma il vero missile che fa tremare il mondo è il Kinzhal (tradotto: pugnale): si tratta di un dispositivo militare in grado di superare 10 volte la velocità del suono e di colpire bersagli a 2mila km di distanza. Nel 2018 Putin aveva presentato la nuova arma in pompa magna davanti alle Camere riunite. L’ha definito invincibile perché in grado di eludere lo scudo antimissilistico statunitense.
Il missile Zircon
L’altro missile di cui si vanta Putin è il Zircon. Si tratta del primo missile da crociera ipersonico al mondo in grado di effettuare lunghi voli aerodinamici manovrando in strati densi dell’atmosfera utilizzando esclusivamente la propria potenza di propulsione. Significa che ha la capacità di volare a notevole altezza e con una velocità che è 9 volte quella del suono. Raggiunge obiettivi distanti mille chilometri. A fine 2021 il Cremlino ha annunciato che l’intera marina militare russa sarà dotata di missili Zircon entro quest’anno.
La bomba termobarica
Ma non ci sono solo i missili nell’ex arsenale sovietico. L’altro ordigno che fa tremare il Vecchio Continente e in grado di mettere sotto scacco l’Ucraina sin da subito è la bomba termobarica. Si tratta di una bomba da quarantaquattro tonnellate, definita “la madre di tutte le bombe”. E’ in grado di sprigionare un carico distruttivo paragonabile a quello di un’arma nucleare tattica. «L’attacco della Russia all’Ucraina inizierà con la detonazione di un’enorme arma termobarica nel tentativo di spezzare lo spirito di Kiev», anticipano fonti britanniche.
Putin potrebbe ricorrere a questa bomba per distruggere i carri armati nemici e abbattere il morale delle truppe ucraine in caso di invasione di Kiev. Secondo le fonti dei media della Gran Bretagna, l’impatto di questa bomba è circa quattro volte più potente dell’arma termobarica americana usata con effetti devastanti contro le forze dell’ISIS in Afghanistan. Si tratta di un’arma convenzionale che, al momento dell’esplosione, disperde nell’atmosfera idrocarburi, con un raggio di distruzione di 300 metri e un’onda furto devastante in grado di far crollare tutti gli edifici circostanti.
La paura di un conflitto e il ritorno della Guerra Fredda
“Gli obiettivi pianificati sono stati pienamente raggiunti. Tutti i missili hanno raggiunto gli obiettivi prefissati”, ha concluso Vladimir Putin dal suo centro di comando dopo i test missilistici effettuati in presenza di Lukashenko. Le esercitazioni Grom sono una delle più grandi e imponenti manovre militari condotte nel Vecchio Continente, tra Sud della Russia, Bielorussia e Mar Nero, negli ultimi anni. “La più grande concentrazione di truppe dalla Guerra Fredda”, l’ha definita il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.