Estorsione a Giugliano: scarcerazione bis per il ras Armanduccio 29

Scarcerazione bis per Armanduccio 29: l’uomo era detenuto nel carcere di Poggioreale, condannato a 6 anni e 9 mesi per associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. La frase detta alla persona offesa, mentre si trovava insieme al complice Carmine Cerqua, sarebbe stata: “Vieniti a mettere a posto al Selcione”.

Scarcerazione bis per Armanduccio 29

Armando Palma, giuglianese classe 61, è stato scarcerato dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, presieduto da Serena Corleto, con concessione della detenzione domiciliare presso la sua abitazione di Giugliano in Campania. L’uomo, soprannominato “Armanduccio 29”, ritenuto un ras del clan Mallardo, è difeso dall’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord.
L’uomo era stato già scarcerato dal penitenziario di Vibo Valentia lo scorso anno, dal Tribunale di sorveglianza di Catanzaro, presieduto da Maria Teresa Carè, ma era poi ritornato in carcere per l’esecuzione della pena in regime detentivo.

I fatti

Era stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso ii Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura di Napoli Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Armando Palma, detto Armanduccio 29, nato a Villaricca il 7.11.1961, per il delitto di partecipazione ad associazione per delinquere di stampo camorristico.

II provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Giugliano in Campania, cui sono state delegate le investigazioni, e conclude le attività di indagine avviate nell’ottobre del 2016, che avevano in precedenza consentito l’individuazione degli autori di un’attività estorsiva ai danni di un imprenditore di Giugliano in Campania, impegnato nei lavori Più Europa di rifacimento di una chiesa in via Camposcino.

La prosecuzione delle indagini, consistite principalmente in operazioni di intercettazioni e corroborate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di accertare che Palma fosse uno degli autori dell’estorsione, affiliato di lungo corso del clan Mallardo, organizzazione camorristica operante sul territorio di Giugliano in Campania.

Nel compiere l’azione estorsiva, non si era limitato a spendere la forza intimidatrice del clan Mallardo, ma aveva agito per conto del sodalizio, al quale è pienamente organico. Palma percepiva dal clan la cosiddetta “mesata” e, nel corso della detenzione in carcere, aveva continuato a ricevere assistenza economica per sé e per i suoi familiari, a suggello di un perdurante vincolo con l’associazione mafiosa.

Proprio l’importo dello “stipendio” spettante all’indagato era all’origine di alcuni contrasti con i vertici dell’organizzazione, in quanto l’indagato rivendicava l’importanza e la durevolezza del contributo prestato alle attività del clan Mallardo, ritenendosi perciò meritevole di uno “stipendio” dell’importo più elevato di quello che gli era stato riconosciuto.

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