Guerra in Ucraina e segreto di Fatima: “Il Papa consacrerà la Russia venerdì 25 marzo”

Fatima e guerra in Ucraina. Due eventi apparentemente lontanissimi, nel tempo e nei contenuti. E invece la loro correlazione esiste e ha riportato alla memoria uno dei tre segreti che la Madonna ha rivelato ai tre pastorelli portoghesi durante l’apparizione del 13 luglio 1917.

Il terzo segreto di Fatima: la guerra scatenata dalla Russia

Nel corso della sua rivelazione, la Vergine annunciò che la Russia avrebbe diffuso «i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa». La profezia prevedeva altresì «che i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte». A sopportare le conseguenze maggiori della devastazione russa sarebbe stato il popolo ucraino, per un periodo lunghissimo, pari a 80 anni.

Il collegamento tra la predizione e i recenti fatti di cronaca nell’Europa dell’Est non sono sfuggiti alla Santa Sede. La Sala Stampa ha reso noto che «venerdì 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza che presiederà alle 17 nella basilica di San Pietro, papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, come inviato dal Santo Padre». La data scelta non è casuale: il 25 cadrà infatti la festa dell’Annunciazione del Signore.

La richiesta della Madonna

Per conoscere le origini di quest’atto solenne che Papa Francesco compirà il prossimo 25 marzo occorre fare un passo indietro. In occasione di quell’apparizione del luglio 1917 – a due mesi appena dalla rivoluzione bolscevica – la Madonna non si limitò a predire ai tre pastorelli le devastazioni che Mosca avrebbe provocato nel mondo ma indicò anche il modo in cui la Chiesa avrebbe potuto scongiurare una delle più gravi sciagure storiche profetizzate dalla Madre di Dio: consacrare la Russia al Cuore Immacolata di Maria.

Da più di un secolo è rimasto in sospeso l’interrogativo se la la richiesta della Vergine fosse stata soddisfatta o meno. Per questo nei decenni si sono susseguite diverse consacrazioni celebrate da papi diversi. Pio XII nel 1942 e 1952, Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1981 e il 25 marzo 1984. Sono momenti storici diversi, segnati dall’incubo di un olocausto nucleare e dall’ascesa dell’Unione Sovietica. Gli atti di consacrazione compiuti di volta in volta riguardavano però tuti i popoli della Terra e non c’era menzione della Russia. Le scelte erano dettate dalla volontà di non creare tensioni con il Cremlino e con i patriarchi della Chiesa Ortodossa.

“La Vergine non è stata esaudita”

Proprio alla luce di queste premesse, anche prima della sua morte, suor Lucia dos Santos, una delle tre pastorelle portoghesi testimoni delle apparizioni, ha sostenuto anche nel 1984 che nessuno degli atti di consacrazione compiuti dalla Santa Sede aveva esaudito la richiesta della Vergine. La notizia fu poi smentita dal cardinale Tarcisio Bertone, che nel 2000 riportò una versione diversa di Suor Lucia: nel 1989 la donna avrebbe confermato personalmente in una lettera che l’atto solenne compiuto da Giovanni Paolo II corrispondeva alle volontà della Madre di Dio. Queste suggestioni sono rafforzate dal ruolo che Karol Wojtyla avrebbe poi avuto nella caduta dell’Unione Sovietica.

L’iniziativa di Papa Francesco e l’incontro con Kirill

Ma i dubbi restano. Per questo Papa Francesco vuole sgombrare il campo da qualsiasi equivoco e dedicare un atto di consacrazione al cuore di Maria il prossimo 26 marzo esclusivamente alla Russia. Gli appelli del Pontefice in questi giorni a “fermare il massacro” sono stati numerosi. Francesco ha già ribadito la sua volontà a fermare la guerra in più occasioni attivando tutti i mezzi e e gli strumenti a disposizione della Chiesa. Nella giornata di ieri il Papa ha parlato in videoconferenza con il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, per parlare della guerra in Ucraina e trovare una linea comune contro il conflitto. “La guerra è sempre ingiusta – ha detto Francesco – chi paga è sempre la gente”.

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