Condannati per mafia e terrorismo, sì alla pensione sociale e di invalidità con tutti gli arretrati

I condannati con sentenza passata in giudicato per terrorismo e mafia in una situazione di detenzione alternativa al carcere (domicilio, servizi sociali ecc) hanno diritto facendo la domanda all’Inps, a riavere la Naspi, la pensione sociale o quella di disabilità.

Condannati per mafia e terrorismo, sì alla pensione sociale e di invalidità con tutti gli arretrati

L’Istituto nazionale della previdenza sociale precisa inoltre che gli arretrati saranno erogati a partire dalla data della revoca della prestazione, per i periodi nei quali il beneficiario non stava scontando la pena in carcere.

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Lo si legge in un messaggio Inps sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo della legge 92/2012 che prevedeva la revoca delle prestazioni a fronte di condanne per mafia e terrorismo.

Il pronunciamento della Corte Costituzionale è chiaro. “La revoca dei trattamenti assistenziali di cui alla disposizione oggetto di censura […] – si legge nella sentenza – “può concretamente comportare il rischio che il condannato ammesso a scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o in altro regime alternativo alla detenzione in carcere, poiché non a carico dell’istituto carcerario, non disponga di sufficienti mezzi per la propria sussistenza”. Quindi anche il diritto alle pensioni, che va sempre garantito, può venire meno a chi è stato in passato condannato per mafia o terrorismo.

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