Minacce di morte ed insulti per la posizione di fermezza su sanzioni contro la Russia e pieno sostegno all’Ucraina. Una serie di chat pro Putin sono apparse su Telegram in queste ore, dove alcuni utenti hanno augurato la morte a Luigi Di Maio mentre altri invitano a procedere per il suo assassinio.
Minacce di morte al ministro di Luigi Di Maio: “Putin fallo ammazzare”
La solidarietà al ministro degli Esteri è stata bipartisan. A manifestare subito sostegno e vicinanza è stato il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte. Poi anche Salvini, Letta e Meloni attraverso i loro canali social.
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Tra le espressioni più violente: “Putin manda qualcuno ad ammazzarlo”, e poi “Di Maio con una spranga nel cervello”, “ti faranno fuori”. Dalle conversazioni spuntano anche foto del profilo con la “Z” – la lettera dipinta in bianco sui carri armati russi che hanno invaso l’Ucraina – diverse immagini di bare ed asce, con commenti minatori rivolti al ministro.
Espulsi 30 diplomatici russi dall’Italia. Mosca: “Daremo risposta adeguata”
È di questa mattina, invece, la notizia della decisione di espellere trenta diplomatici russi per motivi di sicurezza dall’Italia. Ad annunciarla, da Berlino, è il ministro degli esteri Luigi Di Maio.
Questa misura, “assunta in accordo con altri partner europei e atlantici, si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione russa”, ha detto il titolare della Farnesina che si trova oggi nella Capitale tedesca per partecipare alla conferenza per il sostegno alla Moldova.
Non è mancata la replica di Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha detto che “La Russia darà una risposta appropriata”. Zakharova ha riferito ad Agi che “la Russia intende espellere a sua volta diplomatici italiani” a Mosca.
Ieri una decisione analoga è stata adottata dal governo tedesco, che ha mandato via 40 diplomatici russi, dichiarandoli “persone non grate”. La ministra degli Esteri Annalena Baerbock ha spiegato che si tratta di persone “che hanno lavorato qui in Germania ogni giorno contro la nostra libertà e contro la coesione della nostra società. Questa cosa non la tollereremo oltre”.