La guerra “frena” i condizionatori: 19 gradi in inverno e 27 in estate in tutti gli uffici pubblici

E’ in fase di approvazione alla Camera un emendamento proposto dal M5S al decreto Bollette dello scorso 2 marzo che imporrà un limite all’uso dei condizionatori negli uffici pubblici. 27 gradi in estate e 19 gradi in inverno le temperature da rispettare. Una stretta che il Governo Draghi considera necessaria per arginare i consumi di gas ed energia elettrica.

Condizionatori: le temperature previste dall’emendamento al decreto Bollette

In commissione Ambiente e Attività Produttive è in corso l’esame del disegno di legge di conversazione del decreto Bollette. Il Movimento Cinque Stelle ha introdotto un emendamento per rispondere alla crisi energetica innescata dal conflitto in Ucraina che ha limitato le forniture di gas provenienti dalla Russia. Per limitare i consumi della pubblicazione amministrazione, dal 1 maggio 2022 al 31 maggio 2023, dovranno essere rispettate delle temperature precise: non si potrà impostare il condizionatore a una temperatura superiore ai 19 gradi per la stagione invernale e ai 27 gradi in estate. E’ però prevista la possibilità di sforare di due gradi. La soglia di tolleranza si alza così a 21 gradi nei mesi freddi e scende a 25 in quelli canicolari. Tutto “al fine di ridurre i consumi termici degli edifici ed ottenere un risparmio energetico annuo immediato”, scrive la Commissione.

Il provvedimento in discussione alla Camera

In realtà limiti già esistono dal 2013, quando l’allora Governo Letta fissò rispettivamente a 20 gradi e 26 gradi, sempre con 2 gradi di tolleranza, i limiti da rispettare. Ora la soglia scende di un grado. La decisione non riguarda ospedali, cliniche e case di cura. Il provvedimento è atteso oggi, lunedì 11 aprile, all’esame di Montecitorio. Per fare fronte al caro energia, il Governo Draghi ha annunciato lo stanziamento di quasi 8 miliardi di euro, di cui 5,5 saranno destinati alla cancellazione degli oneri di sistema per le utenze domestiche e al potenziamento del bonus sociale. La parte restante, invece, servirà a sostenere le imprese della filiera produttiva danneggiate dai rincari degli ultimi mesi.

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