Scattano da giugno le sanzioni per gli esercenti che trasgrediscono l’obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carta di credito. E’ la stretta annunciata dal Governo per l’estate 2022 con l’obiettivo di limitare l’evasione fiscale
Obbligo di Pos per i commercianti, sanzioni per chi rifiuta pagamenti elettronici
L’Esecutivo anticiperebbe così la data di entrata in vigore della norma che introduce le multe per i commercianti che rifiutano il Pos. Il decreto legge 152 del 2021 infatti aveva stabilito la data del primo gennaio 2023. L’emendamento potrebbe essere introdotto già all’interno del nuovo decreto sul Pnrr. Il consiglio dei ministri dovrebbe approvare oggi il provvedimento che comprende una serie di misure anti-evasione, tra cui il rafforzamento della fatturazione elettronica. Dunque già da questa estate, gli esercenti che rifiutano il pagamento tramite Pos rischiano una multa fissa di 30 euro e una maggiorazione del 4% dell’operazione non accettata. Le forze dell’ordine faranno controlli a tappeto per identificare i negozianti che accettano solo transazioni in contanti.
Giro di vite anti-evasione
Per combattere l’evasione fiscale, il pacchetto di misure previste dal Governo dovrebbe introdurre anche l’invio obbligatorio al Fisco di tutti le transazioni avvenute con moneta digitale. L’obiettivo è di stanare l’evasione più difficile, ossia quella realizzata senza l’emissione di scontrini, fatture e ricevute. L’Esecutivo vuole così acquisire una mappatura degli utilizzatori delle carte di credito. Sia i gestori delle transazioni che gli intermediari saranno obbligati a mandare all’Agenzia delle entrate tutti i dati dei pagamenti digitali degli italiani. In questo modo sarà possibile accertare eventuali sproporzioni tra i pagamenti effettuati e le proprie dichiarazioni dei redditi.
Fatturazione elettronica obbligatoria
L’altra grande novità potrebbe essere l’obbligo di fatturazione elettronica anche al di sotto dei 65mila euro. Un beneficio in meno per le quasi 2 milioni di partite Iva che oggi ne sono esentate. Decisiva ai fini del nuovo provvedimento è stata la missione degli ispettori della Commissione Europa, che lo scorso 31 marzo sono venuti a Roma per verificare i tempi di attuazione delle misure e delle riforme concordate con il Recovery Plan.