Il turismo in Campania, da Napoli dalla Costiera amalfitana, vive un momento di forte ripresa. Peccato che gli organici di alberghi e ristoranti siano in affanno. Secondo le stime di Confesercenti Campania sono circa 20mila le unità che mancano per tappare i buchi del settore.
Campania, mancano 20mila lavoratori stagionali: “Colpa del reddito di cittadinanza”
Dai cuochi ai camerieri, passando per bagnini, lavapiatti e capisala. Le figure ricercate in questi mesi di post-pandemia da strutture alberghieri e ristoratori sono tante. Peccato che trovarle sia diventato difficile. I due anni del Covid hanno comportato, con la crisi del turismo, una migrazione dei lavoratori verso altri comparti. Sul banco degli imputati, però, è finito anche il reddito di cittadinanza, il sussidio statale che da misura di sostegno e strumento di inserimento nel mondo del lavoro per molti imprenditori sarebbe diventato un incentivo a stare a casa. “Il dipendente medio – spiega a La Repubblica Gino Sorbillo – dura pochi mesi e lascia senza preavviso. E’ colpa anche del reddito”. Gli fa eco Roberto Laringe, presidente Federalaberghi Campi Flegrei: “Per molti è più conveniente rimanere fermi piuttosto che lavorare nei mesi estivi”.
E per capire le ragioni di questa crisi di lavoratori basta dare un’occhiata ai numeri. Nella sola Campania sono oltre 251mila le famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza. Sono tanti che preferiscono percepire un sussidio da 600/700 euro piuttosto che lavorare per 1000 euro al mese con orari non sempre confortevoli. “Servirebbero strumenti coercitivi per scongiurare le conseguenze del sussidio”, denuncia Fulvio Gaglione, direttore del Grand Hotel Punta Molino di Ischia”. Lo stesso Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania, chiede al Governo di rivedere le regole del reddito “che crea difficoltà inimmaginabili agli imprenditori”.
Le reazioni
Da tempo la politica nazionale si propone di modificare le condizioni di accesso al sussidio. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha ammesso che ” c’è un deficit inItalia di 300-350 mila oratori e che la misura ha bisogno di un aggiustamento radicale. Un lavoratore che percepisce il sostegno, possiamo darglielo al 50 % purché lavori”. Non sono dello stesso parere i componenti del Comitato Lavoratori Stagionali. Pero Iacono, ex percettore del reddito, ritiene che il problema sia nelle paghe e negli orari di lavoro. “Tra percepire un reddito di 700 euro restando inattivi, magari arrotondando con un lavoro a nero, e lavori 13 ore al giorno in un hotel, posso comprendere chi decide di restare disoccupato”, spiega. La colpa è “delle condizioni che propongono: fino a 13 ore di lavoro per il minimo contrattuale e senza giorno libero. Con condizioni serie, la forza lavoro c’è”.