Quindici assoluzioni e solo cinque condanne nel processo celebrato con rito abbreviato che vedeva imputati venti persone ritenute legate al clan Contini di Napoli. A emettere la sentenza il giudice per l’Udienza Preliminare Maria Laura Ciollaro.
Napoli, processo contro il clan Contini: solo cinque condanne
Le pene inflitte prevedono un anno e quattro mesi di carcere per Maria Aieta, moglie del boss Edoardo Contini; due anni di reclusione a Ciro Botta, ritenuto un ras dei Contini; quattro anni a Carlo Molinaro; cinque anni di carcere per il collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa e, infine, tre anni di reclusione per Mario Marano.
Clamorosa assoluzione invece per l’imprenditore Luca Esposito, genero di Patrizio Bosti, arrestato a gennaio a Fiumicino insieme alla moglie, Maria Bosti, mentre cercava di scappare a Dubai con dei green pass falsi. Finito in manette, aveva rilasciato, davanti al pm anticamorra Ida Teresi, alcune dichiarazioni in carcere sugli affari del clan Contini che lasciano presagire la scelta di collaborare con la giustizia e che avevano fatto tremare i vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Tuttavia, Esposito ha fatto dietrofront e in aula ha rinnegato quelle affermazioni. Gli inquirenti sospettano che abbia ricevuto pressioni dallo stesso Patrizio Bosti sotto forma di telegrammi.
Le altre assoluzioni
Nel rito abbreviato è arrivata l’assoluzione anche per il boss Edoardo Contini. Assolti, infine, Acanfora, Aniello (difeso dall’avvocato Massimo Amoriello), Ciotola (difeso dall’avvocato Maddalena Stompanato), Diana, Ventriglio, Salvatore, Lucia, Marco e Angelo Botta, Giuseppe De Rosa, Lieto, Imperatore Merolla, Santoriello e Vittorio.